Accadde oggi: il 10 febbraio del 1986 inizia l’era Berlusconi al Milan

Accadde oggi: il 10 febbraio del 1986 Silvio Berlusconi prese in mano il Milan. Fu l’inizio di un era gloriosa per i rossoneri, sul tetto d’Italia e del mondo. 

Accadde oggi, ma nel 10 febbraio del 1986, che sancì l’inizio dell’era gloriosa del Milan, da quel giorno nelle nelle mani di Silvio Berlusconi. Fu una data storica per il calcio italiano e per i tifosi rossoneri, che iniziarono a mettere in bacheca trofei e ad apprezzare il presidente più vincente della storia del club. Più di 30 anni di successi, in coppia con Galliani che è da sempre l’uomo di fiducia dell’ex presidente del Consiglio. Il 10 febbraio iniziò l’avventura con i rossoneri, con Liedholm in panchina. Il barone fu esonerato, e nel 1998 arrivò il primo scudetto grazie anche agli olandesi. Furono Gullit, Rijkard e Van Basten a trascinare la squadra che negli anni successivi regalò a Berlusconi il primo successo in Coppa dei Campioni.

Quei trionfi, e l’intuizione di guardare in Olanda per formare una squadra di fenomeni, resero il legame con la tifoseria indissolubile. Da quel momento in poi la squadra salì sul tetto d’Europa, vincendo tutto. Otto Scudetti, 7 Supercoppe italiane e 5 Europee, una Coppa Italia, 5 Coppe dei Campioni, due Intercontinentali, e un Mondiale per club. Una storia infinita, legata a quelle di Sacchi, Capello, Ancelotti, e tanti calciatori scelti da un presidente appassionato e tifoso.

“Siamo andati oltre quello che ci eravamo prefissati – disse in una intervista il presidente – perché sono stato sempre tifoso rossonero e non volevo vederlo in basso. Andavo al campo con mio padre, e quando decisi di subentrare alla guida del club ero pronto a fare tutto per portarlo in alto. Sono diventato il presidente più vincente della storia del calcio, ma lo ho fatto sempre da tifoso del Milan”. 

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Accadde oggi: Dal 10 febbraio 1986 all’ultima Champions, l’era di Berlusconi fra elicotteri e Palloni d’oro

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Berlusconi e Galliani in tribuna con Ibrahimovic (Getty Images)

Elicotteri, palloni d’oro, un trofeo dedicato alla famiglia. Silvio Berlusconi dal 10 febbraio del 1986 prese in mano un Milan che è salito sul tetto del mondo, e lo ha fatto cambiando anche il modo di vivere il calcio. Il presidente arrivava spesso agli allenamenti in elicottero, e quando lo fece per la prima volta i calciatori dell’epoca raccontano che fu il primo chiaro indizio di una nuova era. Era un modo per far capire che in qualsiasi modo e in ogni momento sarebbe stato vicino alla squadra, e lo fece anche con la famiglia.

Istituì il “Trofeo Luigi Berslusconi”, dedicato al padre e divenuto famoso perché spesso la squadra che perdeva nella partita estiva si appropriava poi dello scudetto. Fu il presidente dei palloni d’oro. Quello di Gullit che aprì una dinastia, i tre di Van Basten, quello storico di Weah che fu l’unico africano a vincerlo, quello a Shevchenko e infine il premio a Kaka, scelto proprio per volontà di Berlusconi. Fu l’ultimo per un calciatore del Milan, ma fu fra i più belli. Così come l’ultima Champions League, quella targata Ancelotti che chiuse di fatto la storica serie di successi in Europa. Un’epopea che ha fatto battere i cuori dei tifosi rossoneri e che terminò nel 2017.

Un giorno triste il 13 aprile. Arrivò in quella data il closing dopo una serie di trattative saltate e 6 lunghi anni senza successi in campionato dopo l’ultimo brindisi con Allegri. L’imprenditore Han li divenne il numero uno del club, fra lo stupore dei tifosi e la necessità di cambiare. Nulla però potrà mai cancellare più di 30 anni di successi, e una storia che sembra irripetibile. Quella fra il presidente più vincente della storia e un Milan che farà sempre rima con Berlusconi.

 

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