Kulusevski da top ad anarchico: è caso nella Juve?

Juventus e Kulusevski: un anarchico in mezzo al campo, urge una soluzione tattica.

Mai la Juventus avrebbe immaginato in questa stagione di aver un “anarchico” calcistico. Il caso di Dejan Kulusevski è di difficile interpretazione, se pensiamo al carico di attese legate intorno al ragazzo. Che abbia deluso, nel complesso della situazione, si può dire tranquillamente, commisurando anche l’exploit di Federico Chiesa che, magari avrà più esperienza, ma ha dimostrare di un essere un giocatore da Juventus.

Kulusevski si è un po’ cullato, dopo l’exploit dello scorso girone d’andata con il Parma, rimanendo quasi in una sorte di costante stasi, da cui non poter mai uscire ed esplodere calcisticamente. I 40 milioni spesi dalla Juventus e incassati dall’Atalanta (senza nemmeno troppe obiezioni) non sono al momento giustificabili con le prestazioni in campo, per un giocatore che si è dimostrato spesso senza una meta.

È un esterno? È un trequartista? Un apriscatole per le difese? Ancora il ruolo preciso di Kulusevski è tutto un definire, c’è chi addirittura lo immagina come ala pura e chi come centrale di centrocampo, ma anche come centravanti, ruolo ricoperto per alcuni frangenti della stagione.

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Sicuramente, c’è un grosso equivoco tattico sull’ex Atalanta e Parma, e va risolto al più presto. Perché rimarrà a Torino per un paio di anni e deve trovare, senza dubbio, delle motivazioni necessarie per farlo, senza diventare un peso di troppo come nel caso di altri suoi colleghi

Il rosso che non incanta

Esultanza dei juventini con Kulusevski in mezzo al gruppo - Getty images
Kulusevski esulta insieme ai compagni bianconeri – Getty images

Kulusevski, arrivato a Torino, inizialmente aveva convinto. Nell’amichevole contro il Novara in molti erano già sorpresi dell’intesa maturata con Ronaldo, confermata per altro nella prima giornata contro la Sampdoria. Aveva realizzato un gol decisivo e guadagnato i galloni di fiducia da parte di Andrea Pirlo, che vedeva in lui l’elemento chiave per infrangere le difese altrui.

Un altro suo gol è arrivato alla quinta giornata, decisivo per il pareggio interno contro il Verona. Uno slalom ubriacante, specialità della casa, che ha evitato guai peggiori alla Juventus. Un altro gol, invece, nella trasferta di Parma, con i bianconeri senza difficoltà sui ducali nel 4-0 finale.

Sinora ha collezionato 23 gare in Serie A, per un totale di 1225 minuti. Tre i gol realizzati, undici le sostituzioni fatte e dieci quelle avute. Praticamente ha giocato solo due partite dall’inizio alla fine in campionato, segnale di una continuità non troppo eccellente, o di una fiducia completa che tarda ad arrivare. Contando anche le cinque ammonizioni, del classe 2000 possiamo dire che questa prima stagione è un po’ in chiaroscuro, se sommiamo anche la pochissima incisività in Champions League.

Contro il Porto il suo apporto alla causa è stato pressoché nullo, un’anarchia calcistica che ha indispettito i tifosi juventini e fatto venire più di un dubbio: ma in una Juve del genere era proprio necessario il suo acquisto?

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