Il 1990 e quella magica atmosfera: le coppe e l’Italia sul tetto d’Europa

L’anno in cui l’Italia ha scritto la storia del calcio. Il 1990, le coppe europee vestivano il tricolore. L’anno delle notti magiche.

Il 1990 è un anno molto particolare. Storicamente intenso, pieno si colpi di scena e di eventi che segneranno, di fatto, gli anni che verranno. Il Muro di Berlino è caduto e l’Europa, se no il pianeta intero, sta riposizionandosi in vista di uno scenario geopolitico che si presenta del tutto differente. Il calcio attende i mondiali italiani, le notti magiche scandite dalle note del duo Bennato Nannini e dai colpi di Totò Schillaci, il Napoli di Maradona centra il suo secondo scudetto. E le altre, altre tre squadre italiane, scrivono la storia.

Un primato, un’annata storica, una evento irripetibile e finora non ancora eguagliato. E’ il 1990, tre squadre italiane vincitrici dei tre trofei continentali. Coppa dei Campioni al Milan, Coppa Uefa alla Juventus, in finale, tra l’altro con la Fiorentina in una sfida tutta tricolore, e Coppa delle Coppe alla Sampdoria. Qualcosa di straordinario, qualcosa di unico, qualcosa di irripetibile ed inavvicinabile. Altri tempi, altre storie, altro calcio. Resta il sapore dolce di un’epoca di successi, in cui l’Italia era realmente la regina del calcio europeo.

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Il 1990 di coppe, l’Italia e quella magica atmosfera: tre imprese che fecero la storia

Mancini azione
Mancini azione (GettyImages)

La Juventus ebbe la meglio sulla Fiorentina, in Coppa Uefa, in una sfida tutta italiana. Per la prima volta nella storia, due squadre del nostro paese si contendevano una finale europea, andò bene alla Juventus, di Schillaci in attacco e Zoff in panchina. Il Milan degli olandesi, di Sacchi e de calcio spettacolare, ha la meglio invece sul Benfica in Coppa dei Campioni. Risultato di misura, molto lontano dalla valanga di gol della finale dell’anno precedente, vinta sempre dai rossoneri contro lo Steaua Bucarest.

1990 di coppe,  annata magica per l’Italia. La Sampdoria, di Vialli e Mancini, invece, in Coppa delle Coppe passerà contro l’Anderlecht, nel preludio di quello che sarà il grande sogno europeo mancato, la finale di Coppa dei Campioni persa qualche anno più tardi per 1-0 contro il Barcellona. E’ l’Italia del pallone che in quegli anni detta legge, anche l’anno precedente, un due su tre con il Napoli vincitore Uefa ed il Milan in Coppa Campioni. L’Italia che ancora sognava a suon di gol, che non sapeva ancora di Schillaci, del San Paolo e dell’Argentina, e di quelle notti magiche dalle quali si sveglierà di soprassalto, dopo i soliti, maledetti, calci di rigore.

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