Superlega, Bielsa non ci sta: “Il nostro sport deve essere di tutti”

La Superlega secondo Marcelo Bielsa, uomo del popolo, di quelli che vivono di pane e calcio. Questo non è sport.

Tecnico del Leeds, titolare di uno stadio ed iconica bandiera di un calcio che forse, ormai sembra smarrirsi sempre più nel tempo, Marcelo Bielsa ha tuonato contro la costituzione della cosiddetta Superlega. Poche squadra, tutte apparentemente ricca, perchè certo, poi,  le verifiche dei bilanci di ognuna, sono altra cosa, tutte insieme per dettare le proprie regole ed imporre le proprie condizioni al calcio, ai telespettatori, a tutti, insomma.

Marcelo Bielsa, che di calcio ne ha praticato e ne pratica. Ne ha insegnato e ne insegna, non concepisce, chiaramente, un concetto come quello della Superlega, escludente, piuttosto che includente. Lo sport, dice, deve essere di tutti, non può essere qualcosa utile soltanto a portare profitto ad una operazione nata a tavolino per indebolire le squadre medio piccole a vantaggio, spropositatamente a vantaggio, dei cosiddetti grandi club.

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Superlega, Bielsa non ci sta: “Chi è ricco non ha cura di chi non lo è”

Perez
Perez (GettyImages)

Secondo Bielsa, quello che è successo, quello che sta succedendo non dovrebbe sorprenderci più di tanto. Le squadre più forti, quelle più titolate, insomma, immaginano di avere maggiore influenza e quindi di avere il controllo totale delle entrate e delle uscite del mondo del calcio. La Superlega è la dimostrazione di qualcosa che già conoscevamo, lascia intendere Bielsa. Nel calcio come in ogni aspetto della vita, chi è ricco no si cura di chi è povero.

Le squadre più blasonate, ha spiegato ancora Marcelo Bielsa, parlando di Superlega, cercano maggiori guadagni, e lo fanno isolandosi dalle altre, andando a costruire un contesto proprio, dove a comandare sono soltanto loro, qualcosa che, di fatto, uccide lo sport, il merito, il sogno. I grandi club, vogliono questo, è chiaro, è evidente, forse già da un po’ di tempo. Altri club seguiranno, forse, la loro scia, ma lo sport, in tutto questo, come afferma il rivoluzionario Bielsa, non ci sarà.

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