Boyè e gli altri: quel Torino che non mantiene le attese

Boyè è solo l’ultimo degli addii in casa Torino di calciatori arrivati in Piemonte con troppe aspettative, ma pochi risultati raggiunti.

Che il Torino prende delle vere e proprie “cantonate” sul mercato ormai è risaputo. Se a prenderle sono un po’ tutti gli osservatori del mercato, allora il caso diventa anomale. Perché su Boyè, qualche stagione fa, sembrava esser partita la guerra dei mondi o giù di lì. Come sempre, arrivava con un curriculum che da giovane diventa una sorta di mannaia, qualcosa da cui guardarsi bene: essere nella lista dei cento giovani più interessanti.

Una lista che non dipende da criteri oggettivi (numero partite, numero gol, curriculum nelle nazionali giovanili), bensì da considerazioni di mercato e da parametri fuori da ogni logica. Così Boyè entrava di diritto in questa classifica, mentre in Italia la lotta si accese per acquisirne il cartellino. La spuntò il Torino, il ds Petrachi fu abbastanza lodato per questo colpo, mentre Sabatini allora alla Roma non nascose il rammarico, parlando addirittura di una grande occasione mancata.

I fatti hanno smentito sia chi ha comprato Boyè, sia chi lo ha rimpianto per lungo tempo. Al Torino ha fatto oggettivamente poco, in Serie A ha collezionato 41 presenze e una rete in una stagione e mezza. Piccolo dettaglio: era addirittura presentato come centravanti in origine, poi era un’ala, una seconda punta.

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Cammino tortuoso sulla via del rilancio

Boyè Cagliari-Torino  Getty Images
Boyè classico esempio di un Torino fumoso nel calciomercato – Getty Images

Boyè non era semplicemente adatto al calcio italiano. Leggerino, poco costante, anche abbastanza anarchico in campo: tutte caratteristiche che per la Serie A non servono. Portato addirittura come prima punta, in molti ne lodavano l’elevazione, ma mancando qualche centimetro di troppo, non era il caso di giocare per sponda aerea.

Era stato decantato come un possibile fenomeno, al pari di Berenguer che a Torino arrivò un anno dopo e portò almeno una buona plusvalenza in casa granata, ceduto a 12 milioni circa.

Boyè, invece, di milioni ne frutterà appena tre, quelli che l’Elche metterà sul piatto per il riscatto definitivo dell’attaccante. In Spagna sta facendo discretamente bene, 33 presenze e 6 gol, a dimostrazione che bomber non lo è stato e non lo sarà mai.

L’Elche come approdo finale, dopo aver girato anche l’Europa alla ricerca di sé. In Spagna aveva militato per sei mesi nel Celta Vigo, tredici presenze da gennaio a giugno 2018 senza lasciare traccia. Qualcosina in più fece in Grecia, ma oggettivamente con l’Aek Atene era logico attendersi dei dati in salita, 23 le presenze e sei le marcature in un campionato non troppo irresistibile.

Prima della Spagna, anche la Championship. Nella seconda serie inglese, il Reading gli ha dato fiducia 19 volte in campionato senza ottenere nemmeno una rete. Ora, il riscatto definitivo in Spagna, a Torino sono rimasti solo i titoli roboanti dei giornali.

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