Manchester City-Chelsea: una finale molto “italiana”

Manchester City – Chelsea è una finale di Champions League da analizzare anche in chiave tattica. Quale trappola ha preparato Tuchel?

La finale di Champions League passa attraverso la tattica. In maniera praticamente all’italiana, tra due squadre che hanno preso spunto spesso dal nostro campionato. Per motivi di carriera, per disquisizioni in campo e per esperienza, la tattica di questa finale di Champions League per Manchester City e Chelsea sarà fondamentale.

Di certo nessuna delle squadre si diroccherà in difesa, ma il Manchester City e il Chelsea nemmeno giocheranno con un arrembaggio estremo. La tattica delle squadre inglesi in coppa è spesso molto guardinga, poi in una finale di Champions League conta soprattutto la capacità di tenere i nervi saldi.

Il Manchester City parte con il ruolo di favorito, il Chelsea con quello di outsider. Che già un mese fa circa è riuscito a vincere contro gli avversari, un 2-1 esterno che ha impedito al gruppo di Guardiola di poter festeggiare in anticipo la vittoria della Premier League. Guardando a quel match, Tuchel riuscì bene a imbrigliare gli avversari. il gioco fu impostato in maniera semplice con qualche punto base. Poca protezione sulle fasce, con rischi annessi e connessi, maggior densità a centrocampo, passaggi corti e verticalizzazioni immediate per mettere in difficoltà i lunghi centrali del City.

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Protagonisti in campo per la storia

Chelsea esulta - Getty Images
Chelsea in finale nuovamente dopo dodici anni – Getty Images

Soprattutto, la finale metterà in scena un match interessante guardando ai singoli. Partendo proprio dagli allenatori, Guardiola imposterà il suo gioco senza dare riferimenti offensivi agli avversari. Non si esclude una tattica con il “falso nueve” lì davanti, anche con Foden centravanti atipico è riuscito a ottenere buoni risultati. Fa ciò contro una difesa ermetica, ben rinsaldata dal lavoro di Tuchel. In pochi mesi il tecnico tedesco ha alzato una barriera difensiva, raramente scalfita, a meno di sbandate (come in Premier contro il WBA).

Da ciò, partono anche gli spunti dei singoli. Intanto, De Bruyne sarà marcato a uomo o a zona? La vecchia scuola presumerebbe un uomo fisso sull’elemento di maggior fantasia del City, capace come pochi di accendere il match. Il trequartista belga, per altro, potrebbe anche arretrare il suo raggio d’azione e impedire così a Jorginho la costruzione del gioco. Una specie di sfida a scacchi tra chi il pallone sa trattarlo.

Come nel caso di Gundogan, a garantire quantità e qualità. In questo caso, potrebbe esser preso in mezzo dall’allargamento delle maglie difensive, e trovare problemi proprio in mezzo ai due reparti.

Nel City, invece, occhio alle prestazioni difensive. Quale sarà l’apporto di Cancelo nella sua area? Ruben Dias potrà reggere anche una finale di Champions anticipando il terminale di turno?

Dalle alchimie dei tecnici passerà, quindi, la finalissima. A meno di colpi di scena, effimeri ma efficaci.

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