Belgio, Henry arma in più contro l’Italia: qual è il suo ruolo nello staff

Thierry Henry sarà l’arma in più del Belgio contro l’Italia: qual è il suo ruolo e perché è tornato nello staff di ct Martinez. 

Il Belgio affronterà l’Italia ai quarti di finale di Euro 2020 all’Allianz Arena di Monaco. Entrambe hanno vinto tutte le partite del torneo fino a questo momento. Quindi, irrimediabilmente, per una delle due arriverà la prima e unica sconfitta agli Europei.

La rosa fiamminga è fortissima e il leader indiscusso della formazione è Romelu Lukaku, da un paio d’anni in Serie A. I difensori Azzurri conoscono bene il centravanti belga, ma resta un’arma pericolosissima da arginare. Inoltre, il bomber dell’Inter avrà modo di ascoltare i consigli di Thierry Henry, assistente del Commissario Tecnico del Belgio.

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Henry, perché è tornato nello staff del Belgio

henry assistente belgio
Henry, assistente del ct del BelgioGettyImages)

L’ex attaccante francese è diventato allenatore da qualche anno. E’ la sua seconda esperienza all’interno dello staff tecnico belga. Infatti, già da agosto 2016 fino ai Mondiali di Russia aveva ricoperto lo stesso ruolo attuale, come secondo assistente. Dopo la Coppa del Mondo del 2018 aveva avuto una promozione, ma pochi mesi dopo ha accettato l’incarico di primo allenatore del Monaco e successivamente del Montreal Impact. Proprio a febbraio di questo 2021, Henry ha deciso di rinunciare ai suoi impegni in America per ritornare dalla sua famiglia a Londra. Solo pochi giorni prima dell’inizio di Euro 2020 ha accettato di far parte dei collaborati della Nazionale di Roberto Martinez.

Dunque, Henry svolge il ruolo di secondo assistente del ct del Belgio ma soprattutto dispensa consigli all’intera squadra, specialmente al reparto offensivo. Le sue infinite conoscenze calcistiche sono al servizio di Mertens, Lukaku, Hazard e compagni. Inoltre, come svelato da Romelu pochi giorni fa, Thierry ha cambiato modo di approcciarsi rispetto ai Mondiali 2018: “Parla più con tutti, anche con i difensori. Cerchiamo di migliorare le cose che non vanno. E’ più esigente, e va bene così“.

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