Derby da protagonista: Genova e quei campioni inattesi

Il derby di Genova è un concentrato di numeri, risultati e storia. Genoa e Sampdoria andranno in campo per la 104° ufficiale in tutte le competizioni.

milito genoa - foto LaPresse
Diego Milito si congedò da Genova nel derby con tre gol – foto LaPresse

Un derby da non perdere per quanti tifano Genoa e Sampdoria, un derby da ricordare per i numeri per chi si occupa di statistica. Duplice la funzione di questa stracittadina della Lanterna, anticipata a stasera e con condizioni climatiche che porteranno i tifosi di entrambe le squadre all’addiaccio.

Situazioni di resistenza fisica e mentale, perché il campionato di Genoa e Sampdoria ancora ha bisogno di una scossa necessaria, difficilmente usciranno indenni sin da subito dalla lotta salvezza. I rossoblu dopo l’esonero di Davide Ballardini devono accumulare altri dettami tattici, la Samp sembra essere una squadra stanca e che fatica a trovare a volte la concentrazione.

Il derby di Genova, però, riporta tutti sulla situazione di partenza. Difficile dire chi è favorito in una gara dove i numeri generali premiano la Sampdoria. In 103 incontri ufficiali, la squadra doriana si è imposta per 40 volte, 38 sono stati i pareggi, 25 le vittorie del Genoa. Un primato, quello doriano, da ampliare forse con la gara di stasera, cercando di sbloccare anche la stasi della scorsa stagione quando i due derby di andata e ritorno finirono sull’1-1.

Protagonisti inattesi della Lanterna

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Un gol del… nascosto Boselli condanna la Samp alla B nel 2011 – foto LaPresse

La storia del derby di Genova è fatta di numeri ma anche di uomini copertina. Un po’ all’improvviso, ma meritatamente alla ribalta per aver saputo cogliere l’attimo. Per Branco, bravissimo esterno brasiliano dei rossoblù, nel 1991 fu importante la rete siglata alla Samp: quel 2-1 consentì al Genoa di vincere il derby e di mantenere quell’anno l’imbattibilità contro la squadra che sarebbe divenuta poi campione d’ Italia.

Soddisfazione importante raggiunta con Osvaldo Bagnoli, mentre qualche anno dopo a esser protagonista fu un giapponese. Kazu Miura, dopo tre mesi di calcio italiano, segnò l’unica rete in Serie A proprio in una stracittadina, quasi a zittire chi aveva tappato gli occhi nel vederlo con la maglia numero 9 addosso. Segnò dopo 14 minuti, ma aspettando altri sessanta secondi la Samp seppe rivalersi con Pietro Wiercowod e poi vinse per 3-2.

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In epoca leggermente più moderna come non citare la tripletta di Diego Milito il 3 maggio del 2009: fu quello il saluto ideale alla piazza rossoblù, che poi lo salutò in direzione Inter. Due anni… e cinque giorni dopo il Genoa la combinò grossa, condannando la Sampdoria alla Serie B. Sul risultato di 1-1, con gol di Antonio Floro Flores e Nicola Pozzi, dalla panchina si alzò Diego Boselli, attaccante alla ricerca di fortuna. E la ottenne tutta di colpo, al 97° minuto: gol vittoria e Samp crollata a terra.

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