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Calcio

Milito appende gli scarpini al chiodo e ringrazia l’ Inter

Il nome di Diego Milito, probabilmente, non verrà mai dimenticato dall’ Inter. Il bomber argentino, infatti, che in Italia ha vissuto la parentesi più intensa e più importante della sua intera carriera, è stato tra i protagonisti di uno dei momenti più vincenti della storia del club neroazzurro.

Un’avventura, quella di Milito all’ Inter, iniziata nell’estate del 2009. Acquistato per circa 25 milioni di euro dal Genoa, dove pure si segnalò per prestazioni e marcature pregevoli e pesanti, l’attaccante albiceleste divenne subito uno dei giocatori più amati dai tifosi, e il suo apporto in termini realizzativi, pienamente compatibile con la fortunata parentesi italiana, ben spiega l’impatto avuto da Milito presso la società neroazzurra: sono stati infatti 75 i gol messi a segno in 171 presenze, tra cui l’indimenticabile doppietta rifilata al Bayern Monaco nella finale di Champions League del 2010, valsa all’ Inter una leggendaria coppa dalle grandi orecchie.

Classe ’79, allontanatosi da ormai qualche anno dal calcio che conta, Milito ha adesso deciso che era arrivato il momento giusto per appendere gli scarpini al chiodo, e salutare al meglio il calcio giocato. Lo ha fatto nella sua maniera, segnando una doppietta in una partita d’addio interamente dedicatagli, insieme a tanti colleghi, compagni e amici con cui ha condiviso tante vittorie: da Zanetti a Samuel (che pure entrerà a far parte dello staff dell’ Inter in questi giorni), da Toldo a Cordoba, e tanti altri ancora.

El Principe, così è stato affettuosamente ribattezzato dai tifosi, non è riuscito a resistere alla commozione. E, al termine di un discorso toccante, in cui ha idealmente ripercorso la propria carriera, ha anche ringraziato la stessa Inter, con la quale ha “vissuto momenti indimenticabili e ricevuto tantissimo affetto”.

Dopo Miroslav Klose, dunque, un altro grande attaccante lascia il calcio, e lo fa con numeri da capogiro. Milito, infatti, lascia in eredità oltre 250 gol realizzati in poco più di 600 presenze. Una media regale, verrebbe da dire, più che “principesca”.

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Raffaele