Nella notte di Santo Stefano, il tardivo regalo di Natale di Lautaro Martinez, per l’ Inter, è materiale da scartare sotto l’albero con avidità, con entusiasmo rinnovato. Un pacco da 3 punti pesantissimi, uno strappo sul terzo posto e perché no, un avvicinamento al piazzamento d’onore, momentaneamente occupato proprio dal Napoli. Soprattutto, un’iniezione di fiducia in un momento particolarmente infausto, che stava vedendo crollare ogni residua ambizione nerazzurra circa una stagione vissuta al di sotto delle aspettative.
Invece, all’interno di una gara divertente, che vive di folate e ripartenze, di attacchi e contrattacchi, tutto si risolve solamente sul finale, con una scrittura che farebbe impallidire persino il miglior Shakespeare. Per il Napoli, che a gara in corso aveva perso capitan Hamsik, risultano fatali gli episodi: il rosso a Koulibaly a dieci minuti dalla fine, fino a quel momento fra i migliori in campo, reo di aver applaudito l’arbitro dopo un giallo sventolatogli in faccia, pone gli uomini di Ancelotti in una situazione di inferiorità numerica. Paradossalmente, però, proprio i partenopei rischiano clamorosamente di espugnare San Siro, salvo poi uscirne a mani vuote: Insigne e Zielinski si divorano il vantaggio, stoppati dapprima da Handanovic e poi da Asamoah.
Poi, a sorpresa, al 91° è Lautaro Martinez a graffiare il risultato con la propria impronta: l’attaccante argentino, subentrato a partita in corso, riceva palla da Keita (anch’egli entrato dalla panchina), e fulmina un incolpevole Meret con un tiro radente. Poco prima del fischio finale, espulso anche Insigne per proteste: una sorta di resa delle armi per il Napoli, che adesso scivola a -9 dalla Juventus e che comincia invece a guardarsi le spalle dall’ Inter, distante di sole 5 lunghezze.