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Calcio

Cosa ci lascia in eredità Andrea Barzagli

Il campionato di Serie A comincia oramai ad avvicinarsi verso la propria conclusione, e il verdetto più importante, peraltro analogo a quello delle precedenti sette edizioni, è stato già ufficialmente emesso. A corollario di una stagione monstre, infatti, la Juventus si è laureata campione d’Italia, andando dunque a ritoccare in maniera ancor più positiva il record che già le apparteneva. Ma ogni cosa ha un suo prezzo, e nessun ciclo vincente può definirsi tale e continuare a lungo senza prima richiedere dei sacrifici. In questi anni, un po’ alla volta, la Vecchia Signora ha infatti perduto molti pezzi di se stessa. E così, sono rimasti solamente due “sopravvissuti” dalla primissima Juventus di Conte. Solo due giocatori, capaci di vincere gli otto Scudetti di fila: i senatori della difesa bianconera, Giorgio Chiellini e Andrea Barzagli.

Ma se il capitano Giorgio Chiellini, presumibilmente, avrà ancora la possibilità di migliorare il primato, lo stesso non potrà fare Barzagli. Il centrale di Fiesole, che il prossimo 8 maggio festeggerà 38 anni, chiuderà infatti tra poche settimane l’attività agonistica. Una decisione presa in totale serenità, volendo anche fisiologica, come lo stesso giocatore ha avuto modo di raccontare dinanzi alle telecamere. Ma che difficilmente lascerà indifferenti i più.

Andrea Barzagli, infatti, è l’ultimo esponente di una grande tradizione difensiva tipicamente italiana, che ha portato i colori azzurri a conquistare inaspettatamente il titolo iridato nel 2006. Si può quasi dire che la sua carriera cominciò proprio dopo il trionfo di Berlino: approdato in Germania, alla corte del Wolfsburg, il difensore vinse subito il titolo tedesco. Ma la consacrazione avvenne a partire dal 2011, con il trasferimento alla Juventus: giunto a Torino con la nomea di giocatore finito, per la ridicola (per gli standard odierni) cifra di 300.000 euro, Barzagli è diventato uno dei grandi protagonisti della straordinaria cavalcata bianconera.

Leader silenzioso della Vecchia Signora, il difensore a Torino si è imposto, negli scorsi anni, come uno dei migliori interpreti del ruolo in tutto il Vecchio Continente. Capace di fondare una linea difensiva di tutto rispetto con i compagni di squadra e di nazionale Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, rinominata dagli esperti del settore “BBC”, Barzagli è diventato a dir poco determinante per la causa della Juventus. Solido, versatile, posato, umile, mai scomposto. In 280 presenze in bianconero non ha collezionato neppure un’espulsione, venendo spesso celebrato anche dagli avversari proprio per lo stile elegante e leale.

Nessun giocatore, negli ultimi due lustri, ha vinto più campionati di lui: ben nove su dieci, di cui otto con la Juventus e uno con il Wolfsburg. Ma anche quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe Italiane, e due medaglie d’argento in Champions League, forse l’unico vero grande rimpianto del difensore bianconero. A giugno sarà addio, e la BBC chiuderà definitivamente le trasmissioni. Un retaggio importante, che certamente lascerà un vuoto nel calcio italiano.

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Raffaele