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Calcio

La Pareggite è la sindrome della Serie B

La pareggite è una sindrome che colpisce la Serie B, soprattutto le squadre di vertice preferiscono non rischiare.

Se negli ultimi anni la Serie B ha registrato punteggi bassi per accedere nei playoff, si deve alla moda o alla mania di preservarsi quasi all’inverosimile. Perché è meglio avere metaforicamente l’uovo fresco piuttosto che avere la gallina, e men che mai rischiare il tutto per tutto per cercare altri due punti.

Si gioca a volte sul “Chi si accontenta gode”, mentalità che nelle zone alte della classifica porta un rimescolamento di posti in zona playoff, senza troppo strafare. La prova vivente è stata la parsimonia dell’Empoli che, prima di sbloccarsi contro la Reggina in maniera vistosa, aveva raccolto ben cinque pareggi di fila.

E, nonostante tutto, è riuscita a mantenersi salda in classifica al primato, riuscendo ad allungare addirittura. Un pareggio di questi, anzi l’ultimo registrato dal gruppo di Dionisi, ha coinvolto al “Castellani” proprio il Venezia ora secondo in classifica, che si trova lì proprio per il fatto di aver raccolto qualche vittoria in più.

Il turno di sabato scorso, il venticinquesimo del torneo cadetto, è stato l’esempio calzante. Sette gare su dieci sono finite in parità e non è stato un gran spettacolo dal punto di vista globale. Freno a mano negli attacchi, sicurezza nelle difese o semplicemente atteggiamento da formica in vista del rush finale?

Meglio non prenderle

La grafica su Twitter della Serie B con i primi tre marcatori…non con medie altissime

Un caso particolare è il Lecce, che di pari ne sta collezionando anche parecchi, ma forse più per generosità o per imprecisione. Alta la media del gruppo di Corini, che però non riesce spesso a concretizzare nonostante l’attacco che si ritrova e l’esplosione del giovane Rodriguez.

Anche contro l’Entella è arrivato un pari in maniera rocambolesca, a reti bianche contro un avversario che di meglio non chiedeva. E, qualche giorno prima, l’1-1 di Pescara con il gol di Busellato nei minuti di recupero a togliere due punti ai giallorossi.

Il Monza invece si affida al pareggio per mascherare un gioco non troppo eccezionale, come nel 2-2 contro il Frosinone, la Salernitana invece per atteggiamento guardingo come nel caso di Reggio Emilia o per sfortuna, nella gara interna contro la Spal con la traversa su rigore colpita da Di Tacchio nel recupero.

Gli spallini, addirittura, hanno fatto addirittura una sorta di abbonamento al segno x con sei pareggi e due sconfitte negli ultimi otto turni, segnale che qualcosa proprio manca in termini di cattiveria al gruppo allenato da Pasquale Marino.

Anche in zona salvezza il pareggio può essere il peggiore dei mali. Il Cosenza, allenato da Roberto Occhiuzzi, può tenere dei master universitari in materia, solo il Milwall in Europa ha pareggiato più partite dei rossoblu. E anche le altre concorrenti non brillano spesso per vittorie, muovendo la classifica a passo di lumaca.

Published by
Massimo Maneggio