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Fuoricampo

Svizzera, un inno in quattro lingue: come “suona” in italiano

L’inno della Svizzera è stato tradotto in tutte le quattro lingue ufficiali della Nazione elvetica, italiano compreso: questo il testo nella nostra lingua.

Una delle peculiarità della Svizzera è di essere uno Stato tutto sommato piccolo, ma con ben quattro lingue ufficiali: il tedesco, il francese, l’italiano e il romancio. E proprio per questa sua caratteristica, la Nazione dei Cantoni si è data un inno ufficiale con quattro versioni accettate del testo. Se generalmente nelle manifestazioni pubbliche e sportive siamo soliti ad ascoltare quello nella versione tedesca, infatti, il testo del Salmo è stato tradotto sia in francese che in italiano e romancio.

Composto nel lontanissimo 1841 dal monaco cistercense Alberik Zwyssig, il Salmo svizzero venne arricchito dal testo che conosciamo oggi solo successivamente. L’autore fu tale Leonhard Widmer.  Tra l’altro solo nel 1981 è diventato l’inno ufficiale svizzero. Prima di allora, infatti, gli elvetici avevano utilizzato il canto Rufst Du Mein Vaterland. Si tratta va di un testo di Johann Rudolf Wysse su melodia di God Save the Queen, l’inno ufficiale dell’Inghilterra.

Insomma, la storia dell’inno svizzero non è lineare, anzi, è piuttosto contorta. Quasi come quello del nostro Canto degli italiani, il cosiddetto Inno di Mameli. Ma a proposito di italiano: come suona l’inno elvetico nella nostra lingua?

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Inno Svizzera in italiano: il significato del testo

Un tifoso della Svizzera (fonte foto GettyImages)

Il testo del Salmo Svizzero è stato tradotto ufficialmente da Camillo Valsangiacomo. Un modo per dar vita a una delle quattro versioni ufficiali di un inno unico e quadruplo. Se in tedesco acquisisce seriosità e in francese morbidezza, nella nostra lingua l’inno appare carico di retorica. Non meno dell’inno scritto da Goffredo Mameli.

Possiamo accorgercene già dalla prima strofa: “Quando bionda aurora / il mattin c’indora / l’alma mia t’adora re del ciel! / Quando l’alpe già rosseggia / a pregare allor t’atteggia / in favor del patrio suol / in favor del patrio suol / cittadino Dio lo vuol / cittadino, sì, Dio lo vuol“.

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Reiterando lo schema con il periodo ipotetico iniziale, la seconda strofa si apre con “Se di stelle è un giubilo“, e prosegue parlando del rapporto con Dio e con la patria, la cara Elvezia che serba a ogni ora libertà, concordia e amor, con un trittico che diventa sostanzialmente il ritornello dell’intero testo. Non proprio il testo più moderno di tutti i tempi, ma di certo una versione che fa battere ogni anno il cuore di milioni di cittadini svizzeri del Canton Ticino.

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Mauro Abbate