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Milan-Napoli, emozioni dal passato e scudetto per il presente

Quella tra Milan e Napoli è una gara che rimanda al passato. Sono ormai passati trent’anni dalle grandi sfide che tennero con il fiato sospeso tutta l’Italia del pallone.

Il passato di Milan e Napoli, una cartolina con Van Basten e Galli, datata 1992 – foto LaPresse

Il grande Nord contro il grande Sud. Due metropoli, due modi di vivere, due mondi completamente diversi. Quella tra il Milan e il Napoli è spesso una partita che travalica altri campi, come se ci fosse una sorta di muro invisibile a separare le due città.

Le più diverse in assoluto se prendiamo tutte quelle che stanno in Italia. Da una parte il Milan e Milano, il senso di appartenenza portato all’estremo da un certo modo di intendere i media. Dall’altra parte Napoli come l’emblema del Sud, che a volte tende ad estremizzare qualsiasi atteggiamento, diventando vittima di sé. Extra calcio a iosa in una partita che potrà definire già il cammino dello scudetto, ma che fu altrettanto decisiva guardando al passato.

Un passato che tra Milan e Napoli fu coinvolgente, divenne un melodramma in alcuni casi e in altri invece un gran concerto, dove passare direttamente il testimone. Erano gli anni Ottanta, meravigliosamente dipinti da Luciano De Crescenzo con il suo Così parlo Bellavista. In ogni napoletano, in fondo, c’è un Cazzaniga come vicino di casa.

Maradona e altri supereroi

Diego Armando Maradona, basta la parola – foto LaPresse

Far rivedere le immagini del passato ai millennial è quasi esercizio di gloria. Perché le partite tra Milan e Napoli erano tutto un loro mondo, fatto di colori, gol, immagini variopinte, polemiche e tensioni. Che partirono dal 1988 quando Napoli e Milan si contesero uno scudetto, i rossoneri lo vinsero in pratica al San Paolo quando approfittarono del crollo dei partenopei. Che non riuscirono a bissare lo storico scudetto del 1987, consegnando le armi ai rossoneri e aprendo di fatto il loro ciclo, fatto soprattutto di trionfi europei.

Erano gli anni di Arrigo Sacchi, che guardava al Napoli come all’avversario più pericoloso in Italia. Avrebbe tolto volentieri loro Diego Armando Maradona per portarlo al Milan, per una volta Sacchi si sarebbe arreso al suo fanatismo tattico e avrebbe messo il numero 10 argentino a ispirare Ruud Gullit più che il mal sopportato Marco Van Basten.

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Quanto successe poi nel 1990 fu avventura da libri di scuola, lo scudetto campano e un’altra fatal Verona portarono la nazione verso il mondiale nostrano… non prima di aver visto le lacrime di Berlusconi. Metaforiche, si intende, ma pur sempre un colpo di genio dei venditori napoletani, che vendevano statuine a mo’ di acqua di Lourdes ai turisti… contenenti le recriminazioni dell’allora presidente del Milan. Tanto per far capire come dal marketing e dal passato ci si possa anche divertire, tutto sommato.

Published by
Massimo Maneggio