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Calcio e clausole assurde: da Neymar al morso di Suarez

Gli accordi nel calcio a volte comprendono clausole assurde. Da Neymar a Suarez, ecco le richieste di club e giocatori prima di firmare un contratto.

I contratti dei calciatori non nascondono note in piccolo come quando si cambia gestore delle bollette. Nel calcio le clausole, anche le più assurde, sono espresse chiaro e tondo, e spesso rese pubbliche. Si tratta di appendici, bonus, divieti che valgono milioni, ed a cui un calciatore deve sempre tenere conto.

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Richieste assurde dei club

Luis Suarez (Getty Images)

Uno dei vincoli più strani è stato sottoposto a Stefan Schwarz, ex centrocampista eccentrico e ideatore della Atlantic Cup. Verso fine carriera lo svedese stava organizzando un viaggio nello spazio; per questo motivo il Sunderland quando lo ha acquistato dal Valencia gli ha vietato di salire in orbita.

Nel 2015, il Real Betis Balompié conoscendo i gusti di Van der Vart in tema di scarpe, ha chiesto all’olandese di non indossarle mai rosse, perché del colore dei rivali del Siviglia. Il Liverpool invece, sempre in tema di rosso, aveva promesso a Balotelli un bonus di 1 milione di sterline se non avesse superato le tre espulsioni a stagione. Entrambi i giocatori rispettarono i patti.

Il club con le clausole assurde per eccellenza è il Barcellona. A Messi è ancora vietato di andare sulla moto d’acqua e criticare l’allenatore. Anche a Neymar, acquistato nel 2013 dal Santos, erano stati aggiunti dei milioni in più a stagione se non si fosse lamentato delle scelte del tecnico. Il brasiliano chiese in cambio ai blaugrana il permesso di far arrivare in Catalogna i suoi amici dal Brasile, a spese del club.


Ma il divieto contrattuale più bizzarro è quello imposto a Luis Suarez, sempre dal Barcellona. In seguito al morso dell’attaccante dato a Chiellini che era costato all’argentino 4 mesi di squalifica, il contratto precisava: niente morsi o comportamenti scorretti.

Un contratto non andato a buon fine è quello tra Zlatan Ibrahimović e il Rot Weiss Oberhausen, squadra di quarta categoria tedesca che promise all’attaccante di instaurare una monarchia in cui lui sarebbe stato il re, con tanto di corona. Lo svedese rifiutò e andò al Milan. Dopo le numerose contestazioni ricevute a Milano, siamo certi che abbia scelto bene?

Published by
Jhonattan Poletti Silva Franco