Bartolomiej Dragowski è il portiere della Fiorentina, famoso per la sua barba e per la sua meravigliosa fidanzata.
C’è un vichingo a difendere i pali della Fiorentina. Stiamo parlando di Bartolomiej Dragowski, il portiere con la barba. Classe 1997, è cresciuto nello Jagellonia, prima di essere portato in Italia proprio dal club viola, che ha creduto fin da subito nelle sue qualità. E non ha certo fatto male.
Coriaceo, freddo, ma anche molto simpatico, Bartolomiej è diventato famoso nella sua carriera, fin qui, per diversi motivi legati alla sua vita fuori dal campo: la fidanzata, le serie tv, il numero di maglia e anche il suo cognome. In particolare, è diventata fin da subito una delle wag più amate dai sostenitori viola proprio la sua amata Agnieszka Abram, splendida ragazza polacca: capelli rossi, occhi di ghiaccio e un fisico da urlo.
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Oltre ad essere una delle wag più affascinanti tra quelle arrivate in Toscana negli ultimi tempi, Agnieszka è anche il segreto dietro la barba di Drago. Se ti stai chiedendo perché Dragowski ha la barba lunga, infatti, sappi che la risposta è più semplice di quanto possa sembrare.
Ha svelato l’arcano lo stesso estremo difensore, confermando di non aver alcuna intenzione di tagliarsi la barba. Ha iniziato a farsela crescere dopo aver visto la serie Vikings ed essersi appassionato alla cultura vichinga, e a quanto pare la ragazza l’ha trovata molto attraente, al punto da consigliargli caldamente di non tagliarsela più!
Il portiere con il numero 69 (numero mantenuto per motivi scaramantici), è diventato fin dal suo arrivo in Italia un incubo per i telecronisti. Mai quanto il connazionale Wojciech Szczesny, ma comunque in grado di creare più di qualche problema e imbarazzo, specialmente nei primi tempi.
Chi infatti non si è sorpreso quando ha sentito per la prima volta pronunciare il suo cognome ‘drongoski‘? Poteva sembrare un errore da parte di qualche telecronista un po’ distratto, ma invece è proprio questa la corretta pronuncia di Drago. In polacco infatti, Dragowski si scrive Drągowski, con una ‘ą‘ che fa tutta la differenza di questo mondo.
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Si tratta infatti non di una ‘a’, ma di una lettera diffusa nelle lingue nativo-americane e del baltico (anche il lituano ne fa ampio uso), e che si pronuncia con un suono simile al nostro ‘on’. Lo stesso motivo per cui Piatek, ex Genoa e Milan, in italiano diventa Piontek.