La Uefa dirà di no al Voluntary Agreement presentato a Nyon dal management del Milan, ecco i motivi della decisione.
La Uefa ha detto no al Voluntary Agreement richiesto dal Milan. E’ questa l’indiscrezione riportata dalla Gazzetta dello Sport nella mattinata di oggi.
Secondo la tesi della ‘Rosea’ la riunione in programma domani a Nyon pare avere ormai il sentiero tracciato. Una decisione che avrà un duplice effetto. Una mazzata davvero pesante per la società rossonera perché evidentemente l’Uefa non ha creduto al piano di sviluppo e risanamento presentato dal management rossonero e non ha nemmeno dato credito alla consistenza patrimoniale del gruppo capeggiato da Li Yonghong.
Sul piano pratico il no al Voluntary Agreement presuppone che il Milan sarà sottoposto a sanzioni anche in previsione di una partecipazione alle coppe europee. Il business plan presentato dal Milan a Nyon prevedeva differenti ipotesi di ricavi, ma le informazioni fornite non sono state sufficienti. Più che un vero business plan, quello presentato dal Milan, secondo il parere della commissione Uefa, è più un libro dei sogni che un piano di rientro fondato su basi solide.
La commissione del fair play, presieduta dal belga Ybes Leterme, avrebbe individuato due criticità sostanziali nel piano presentato dal Milan. Hanno avuto un peso determinante le incertezze su Yonhong Li sulla sua reale solidità finanziaria della cordata cinese e il rifinanziamento del debito con Elliott di oltre 300 milioni di euro
In assenza di una consistenza patrimoniale degli azionisti, non è possibile garantire, secondo la Uefa, una continuità aziendale e dare un futuro roseo allo stesso club.