Se residue speranze potevano esserci per riaprire un campionato dalle sorti irrimediabilmente segnate, adesso anche queste sono svanite. Il Napoli getta le armi e cede il passo alla Juventus, che, pur tra sofferenze e difficoltà, continua a vincere e ad aumentare un distacco semplicemente incolmabile: sono infatti 16 le lunghezze che separano le due squadre in classifica. Un bottino di punti che ben descrive l’inerzia del torneo, a prescindere dal coraggio e dalla determinazione palesata dalla formazione di Ancelotti.
Fatale, in questo senso, è stato il primo tempo interpretato dal Napoli, reo di aver commesso fin troppi errori nei 45 minuti iniziali del big match. Il primo, con ogni probabilità, è il più grave e determinante di tutti: avviene al 25°, allorché uno sciagurato retropassaggio di Malcuit si trasforma, di fatto, in un assist per Cristiano Ronaldo a tu per tu col portiere. L’uscita disperata di Meret si trasforma in una frana sui piedi del portoghese, e il direttore di gara è costretto a tirare fuori il cartellino rosso.
Ancelotti, perso dunque il portiere titolare, si priva anche di Milik per mettere in campo l’estremo difensore di riserva, Ospina. Nemmeno il tempo di prendere confidenza con il campo, che il neoentrato viene subito trafitto: sulla stessa punizione è Miralem Pjanic a presentarsi sul punto di battuta, trasformandola in un gol pesantissimo.
Momento no per il Napoli: pur con l’inferiorità numerica prova a spingersi in avanti ma coglie solo un palo con Zielinski, mentre la Juventus, sul finire del primo tempo, trova persino il raddoppio con Emre Can. L’inerzia della sfida viene stravolta nella seconda frazione di gara: favoriti dall’espulsione di Pjanic, avvenuta per somma di ammonizioni, i partenopei provano a riaprire i giochi e accorciano anche le distanze con Callejon. Il “tradimento”, però, porta la fascia di capitano: Lorenzo Insigne fallisce il calcio di rigore concesso per un tocco di braccio di Alex Sandro, e condanna i suoi alla sconfitta.