Franco Lauro, un ricordo vivo di giornalismo – VIDEO

Il ricordo di Franco Lauro, a un anno dalla scomparsa, accompagna tutti in un viaggio nel mondo del giornalismo sportivo fatto con garbo e signorilità.

Un abbraccio come sempre a quelli che ci seguono dalle case di cura, di riposo e dagli ospedali: probabilmente, anche nel leggere quest’articolo, il compianto Franco Lauro avrebbe avuto un pensiero ai meno fortunati, che salutava sempre nelle sue trasmissioni.

Perché Franco Lauro era così, non era un uomo da filtri o da sofismi eccessivi. Era un giornalista vecchio stampo, che aveva costruito passo dopo passo un’importante carriera, ma non mancava di ricordare chi in quel momento, grazie a lui, aveva un po’ di sollievo. Ecco, rappresentava il giornalismo sportivo che dava conforto, allietava chi soffriva, in poche parole diventava un vero e proprio servizio pubblico.

E Franco Lauro ne era una bandiera, l’essenza nel suo modo di fare. Dal portamento all’abbigliamento, nessuno lo ha mai visto senza giacca e cravatta. Un misto di bon ton, dal modo di condurre, alla preparazione certosina, nonché l’immancabile pila di giornali sulla scrivania, utili a macinare statistiche. Si emozionava nello scoop e nell’ospite inatteso, come se fosse arrivato un amico gradito a casa dopo tanto tempo. Franco Lauro era l’amico di tutti quelli che seguono lo sport, in particolare il basket e il calcio, due grandi amori e due missioni conoscitive.

L’Italbasket e il suo 90° minuto

Franco Lauro - foto screenshot
Franco Lauro, uomo e giornalista da servizio pubblico – foto screenshot

Dal 14 aprile scorso siamo tutti più poveri. Franco Lauro ci lasciò in mezzo alla inattesa tragedia del covid, colpito da un malore fatale. Era andato in onda sino a qualche giorno prima, per lui la Rai aveva previsto la vetrina delle Olimpiadi, da condurre come padrone di casa.

Lui che lo sport lo divorò da giovanissimo, speaker al palazzetto di Roma, conduttore dei sabati sportivi e telecronista dell’Italbasket, una squadra da seguire con il fiato sospeso tra Europei e competizioni continentali. Franco Lauro sembrava quasi spingerli come un sesto uomo in campo sino all’ultimo secondo del quarto tempo, praticamente era una presenza assimilativa dei tanti che seguivano con ansia.

Il calcio fu per lui una materia d’approfondimento. Prima con la conduzione della Domenica Sportiva e il tandem con Giampiero Galeazzi, il 90° Minuto dei record in Serie B, poi quello tornato sui diritti principali. E fu l’erede di Paolo Valenti, senza nulla togliere ai precedenti conduttori, perché era l’incarnazione di un servizio pubblico. Sapeva che da casa c’erano almeno quattro milioni di telespettatori ad attendere i gol, perciò poco show e molto giornalismo da mettere in pratica.

Condusse il programma fino al 2014, poi fu accantonato e mandato nella stagione successiva come primo inviato da Milano: aveva forse un groppo in gola dall’emozione, ma fu professionale, come sempre. Come lo è sempre stato nella sua vita da giornalista, e nella vita. Il ricordo dei tanti colleghi è ancora tangibile, celebrando lo spessore dell’uomo prima ancora che del cronista.

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