Copa America, il punto dopo la prima fase: Argentina senza rivali?

Con la rotonda vittoria dell’Argentina sulla Bolivia e il successo di misura del Cile su Panama si è chiusa la fase a gironi della Copa America del Centenario. Ventiquattro partite concentrate in 12 giorni per esprimere quello che sembra un verdetto inappellabile: dopo 23 anni di digiuno, solo un improbabile cataclisma può far perdere all’Argentina l’occasione di salire in cima al continente.
Già qualificata dopo i primi due successi contro Cile e Panama, la Séleccion si è divertita contro la Boliva, vincendo 3-0 e archiviando la pratica in 15’ grazie ai gol di Lamela e Lavezzi, prima del sigillo di Cuesta. Eppure, non è tutto oro quel che luccica nella rosa del Tata Martino, costretto a scelte spesso anche singolari per gestire la pletorica e stellare rosa di attaccanti.

Ad esempio non ha incantato l’esperimento del doppio centravanti Higuain-Aguero e in generale il Pipita, reduce dalla super-stagione con il Napoli, ha finora segnato un solo gol contro il Cile. E Messi? La Pulce, non al top della condizione, è entrata solo nella ripresa, ma sarà in campo dal 1’ nell’ottavo contro il Venezuela, il cui esito sembra scontato nonostante la Vinotinto, seconda alle spalle del Messico nel girone costato la pelle all’Uruguay, sia una realtà sempre più in crescita.

Ad aprire il programma dei quarti saranno i padroni di casa degli Stati Uniti, attesi dall’Ecuador: tutta la pressione sarà sulla squadra di Klinsmann, trascinata dall’entusiasmo di un pubblico sempre più dedito al soccer, ma non certo soddisfatto dalla qualità del gioco della squadra, che in semifinale dovrebbe incrociare proprio l’Argentina.

Dalla parte opposta del tabellone, orfana del Brasile, regna l’equilibrio: sulla carta la Colombia e il Cile hanno qualcosa in più di Perù (arrivato ai quarti grazie al clamoroso gol di mano di Ruidiaz fatale alla Seleçao) e del Messico, ma in particolare la Roja sembra lontana anni luce dal gruppo campione in casa un anno fa. Fattore campo a parte, il ct Pizzi non sembra aver creato l’alchimia giusta con la rosa al contrario di Sampaoli e mettiamoci anche le stagioni complicate di stelle come Vidal e Sanchez, raggiungere la finale-bis contro l’Argentina sarebbe un miracolo.

Attenzione quindi al Messico dei giovani e all’imprevedibile Colombia, in possesso di una dose di talento direttamente proporzionale alla capacità di complicarsi la vita quando si spegne la luce. Chi farà da paggetto all’Albiceleste?

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