Roma, Petrachi e non solo: tutti i fallimenti dei dirigenti in giallorosso

Gianluca Petrachi è solo uno dei tanti, che hanno avuto problemi lavorando nella Roma. Ripercorriamo alcune storie, che hanno fatto storcere il naso ai tifosi.

La Roma nello scorso agosto ha cambiato proprietà, passando dalle mani di James Pallotta a quelle di Dan Friedkin, sempre made in America. La nuova società, però, sembra aver ereditato alcuni problemi societari, che si riflettono in campo, e che hanno reso l’ambiente ancor più instabile.

Il nuovo proprietario, si è trovato in un contesto non facile, aggravato proprio dagli errori della vecchia società. La rivoluzione è già partita, ma i continui problemi legati anche alla squadra, e all’allenatore, non facilitano il futuro.

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Petrachi-Roma: la causa

Gianluca Petrachi ha vinto la causa per licenziamento illegittimo, e ora la Roma dovrà risarcirgli ben 5 milioni di euro. A giugno, era stato licenziato per via di alcune condotte legate all’area sportiva, e per alcune interviste in cui criticava la società.

Per Petrachi, può quindi arrivare il momento di ricominciare a lavorare; possibile, per lui, un ruolo di DS alla Fiorentina, in sostituzione di Pradè. Accanto a lui non è da escludere capo scouting della Roma, Antonio Cavallo.

Intanto la Roma valuta un’eventuale ricorso; intanto il DS Tiago Pinto è al lavoro su eventuali modifiche da apportare, tra cui cambiare proprio Cavallo, con Pedro Ferreira, al momento al Benfica, in pole per la sostituzione.

Non solo Petrachi: Pallotta contro tutti

Prima di Gianluca Petrachi, altri hanno interrotto anzitempo il loro rapporto con la società giallorossa, e con Pallotta. Andando indietro nel tempo allo scorso decennio, come dimenticarsi di Walter Sabatini, anche lui DS della Roma.

Sabatini ebbe l’idea di prendere Luis Enrique, nel 2012/2013, in quella che fu una stagione fallimentare. Poi toccò a Zeman, sostituito con Andreazzoli. Dopo Zeman spazio a Rudi Garcia, col quale c’è il rimpianto dello scudetto mancato.

Nel 2016 la risoluzione consensuale, ma Sabatini sa che non può più fare calcio con Pallotta, a detta sua, non è riuscito ad apportare una rivoluzione culturale ne alla Roma, ne nel calcio.

Come dimenticare di Monchi, arrivato dal Siviglia, e lì tornato, che per sole due stagioni imperversò in lungo e largo. La prima stagione andò comunque bene, con addirittura la semifinale di Champions League raggiunta. Nella seconda, però, i rapporti si fanno tesi, a causa anche delle cessioni di Nainggolan, Alisson, Salah e Strootman.

Non solo DS: gli ultimi due errori della Roma

Dopo Sabatini, Monchi e Petrachi, la Roma si è dunque affidata a Tiago Pinto. Ma le polemiche non sono mancate nemmeno in questa stagione. Infatti, a settembre, la squadra giallorossa, ha visto lo 0-0 col Verona trasformarsi in una sconfitta a tavolino per 3-0, a causa di un errore nella lista dei giocatori, che avrebbero potuto scendere in campo.

L’errore, di non inserire in lista il centrocampista Amadou Diawara, e poi di farlo scendere in campo, è dovuto al dirigente Pantaleo Longo. Questi ha poi lasciato la società di Friedkin, per accasarsi proprio al Verona.

Un altro errore si è verificato a gennaio, negli ottavi di finale di Coppa Italia contro lo Spezia. Gli ormai famosi sei cambi nei supplementari, che sono costati un altro 3-0 a tavolino, hanno portato al licenziamento di Gombar e Zubiria, rispettivamente team manager e global sport officer della Roma.

Insomma, una strada in salita per la nuova società americana, che pare ancora poco inserita nel contesto calcistico. Come si vede  anche dalla mancata presa di posizione nei confronti della querelle Fonseca-Dzeko. Mancanza, questa, che potrebbe portare a un’involuzione nelle partite della Roma, con conseguente perdita di punti in campionato.

 

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