Sampdoria, mercato e panchina al rilento: così non va

Il mercato della Sampdoria è in una fase di stasi. La scelta del nuovo allenatore ha rallentato tutte le operazioni di mercato.

Trapela poco in casa Sampdoria per quanto riguarda il mercato. L’eccessiva calma nell’affrontare il post Claudio Ranieri si sta riversando anche sulle tempistiche e sulle valutazioni dell’intera rosa. Che, dopo aver conquistato 52 punti nell’ultimo campionato, ha la necessità di un ricambio, proprio per evitare dei crolli improvvisi.

L’esempio è relativo proprio a due stagioni fa, quando dopo l’addio di Marco Giampaolo arrivò Eusebio Di Francesco. Non fu realizzato un grandissimo mercato: la Sampdoria con l’attuale allenatore del Verona fu subito ultima in classifica e toccò al tecnico di Testaccio aggiustare le cose.

Memori da tutto ciò, i tifosi della Sampdoria sanno benissimo che non fare mercato o farlo in maniera errata può portare ad effetti catastrofici. In effetti, anche quanto accadde dieci anni fa non lascia propriamente tranquillamente: nel gennaio 2011, dopo la delusione Champions League, gli addii di Cassano e Pazzini portarono lentamente la Samp addirittura nella serie cadetta.

I tifosi sui social e sui forum si chiedono quando inizieranno le manovre di mercato doriane, servono elementi in tutti i reparti e anche alla svelta. Per non correre rischi in futuro.

Una rosa da modellare

Ferrero con Tufano - Getty Images
Il presidente Massimo Ferrero con l’allenatore della Sampdoria primavera, Felice Tufano – Getty Images

Partendo dalla porta, la Sampdoria dovrà ponderare il suo mercato. Il ruolo del portiere titolare è saldamente nelle mani di Audero, con Falcone che è stato riscattato dal Cosenza. Il portiere in Serie B ha fatto grandissimi cose e ha un buon mercato: da valutare un nuovo prestito o una cessione definitiva, contro Audero difficilmente la spunterebbe per una maglia in campo.

Anche in difesa il mercato servirà per dare una ringiovanita alla squadra, cercando di mantenere ancora qualche elemento utile alla causa. La crescita di Augello sulla fascia sinistra è stata evidente. Il merito di Claudio Ranieri è di averlo lanciato definitivamente, permettendogli una buona capacità di incidere nei match.

Il discorso dei centrali è diverso: Tonelli, Colley e Yoshida si alternano solitamente, ma non sembrano essere punti saldi, ognuno ha offerte e valuterà caso per caso.

Nel centrocampo il leader è lentamente diventato Adrien Silva, Ekdal dopo gli europei dovrà capire se varrà la pena rimanere in Serie A.

Così come Damsgaard, che ha giocato la competizione continentale con la Danimarca ma sarebbe fondamentale perché, insieme a Verre, è l’unico da utilizzare dietro le punte.

Punte che avranno un po’ di movimenti, Fabio Quagliarella è il punto fermo da cui ripartire nonostante l’età. Gabbiadini e Torregrossa vanno valutati, Keità Balde non sarà riscattato: troppi i milioni richiesti dal Monaco ed eccessivo l’ingaggio annuale. Ramirez ha già salutato Genova, contratto non rinnovato per l’uruguaiano, ora libero a parametro zero.

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