Neymar insidia Pelè: il “sacrilegio” brasiliano in arrivo…

Neymar come Pelè è un paragone fin tropo azzardato. Ma i numeri spesso mentono e portano ad avvicinare talenti totalmente diversi fra loro.

I numeri del Brasile portano ad avvicinare campioni totalmente diversi tra di loro. Perché il Neymar impegnato in Coppa America con i suoi gol si è avvicinato sensibilmente al record nazionale che detiene Pelè. Mancano pochi gol per eguagliare quello che è stato, probabilmente, il miglior calciatore al mondo.

77 i gol di Pelè, qualcuno in meno per Neymar a 68 che, per età e numero di partite ancora a disposizione, ha tutto il tempo per superare ed eguagliare il re del calcio mondiale.

Un paragone comunque azzardato, un po’ come quello che è intercorso qualche tempo fa tra Dybala e Platini: l’asso argentino è a pochi gol juventini dal superare il francese, ma ne passa di acqua sotto i punti per dire che come talento siano uguali.

Stessa cosa che vale per Neymar e Pelè, il primo è il simbolo di un calcio patinato, alla ricerca forse dell’apparenza più della concretezza calcistica. Il secondo, invece, è l’emblema di una generazione, ciò che rese grande il Brasile, il fautore e l’elemento chiave di un calcio offensivo che non si ripeterà mai più.

Soprattutto, se Neymar gioca con una sfilza di sponsor dietro, Pelè giocava con uno… zoppo (e che zoppo!) di nome Garrincha. Oggi sarebbe semplicemente impossibile tutto questo.

Numeri che mentono spudoratamente

Pelè - Getty Images
Pelè, il più grande di tutti – Getty Images

Su Pelè i numeri sono spesso un’interpretazione. Più di mille i gol fatti, ma molti provengono da amichevoli, gare non ufficiali e chissà cos’altro. Nonché molti gol sono stati levati per gli ultimi tocchi decisivi, l’autogol prima era una cosa abbastanza seria.

Perciò i numeri del campione brasiliano possono essere nuovamente rimescolati, chissà che di quei 77 gol non ne escano fuori ancora altri per “allungare” nella classifica all time. Pelè non è stato il miglior cannoniere nelle nazionali, sua maestà Cristiano Ronaldo ha superato di netto il brasilano, ma è stato forse il più legato a esse. Un po’ come Gigi Riva, che per l’Italia diede in sacrificio le sue gambe e qualche anno di carriera.

Pelè diede tutto, l’ambizione, la fama, la possibilità di giocare in Europa. Era una simbiosi con il Brasile, i dodici gol in quattro edizioni mondiali sono stati uno specchio della nazionale. Partendo dai sei dell’edizione del 1958, che la vinse da sola praticamente. Era il giovane che da scalzo batteva i colossi in difesa delle nazioni di tutto il mondo.

Poi, un po’ cresciuto siglò una rete sia nell’edizione del 1962 e sia in quella del 1966. Per passare al 1970, e i tifosi italiani lo ricordano in volo: uno dei quattro gol di quell’edizione vinta lo vedono come un angelo custode sopra la difesa nostrana.

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