Una data da finale: 11 luglio, facci sognare ancora!

11 luglio, una data da finale. Nel 1982 ci fu il trionfo spagnolo dell’Italia… dopo 39 anni la storia si ripeterà?

Urlo Tardelli - Getty Images
Il famoso urlo di Tardelli arrivò l’11 luglio del 1982, una data da finale storica – Getty Images

Il calendario è spesso un curioso amico o nemico, a seconda dei casi. Gli italiani vorranno però dare un ulteriore messaggio di speranza all’11 luglio, una data già storica per il calcio nostrano. 39 anni fa, praticamente un salto generazionale che riporta al 1982, la data di Italia-Germania. Il mondiale spagnolo, la terza affermazione italiana: arrivò con una grande escalation e fu una vittoria popolare.

Quella finale fu conquistata per i capelli, nessuno avrebbe scommesso sul gruppo di Enzo Bearzot. Che era arrivato in Spagna con tanti dubbi e tante perplessità, continuate anche con la fase ai gironi. Tre pareggi, per nulla soddisfacenti, e un passaggio di turno da mettere le mani in faccia.

Secondo girone con Argentina e Brasile: ci fossero state le agenzie di scommesse come ora, nemmeno avrebbero quotato l’Italia. Che riuscì però nel primo miracolo. Sconfisse Maradona e compagni per 2-1, poi si svegliò Paolo Rossi. E si svegliò con fragore, tre gol al Brasile, tre gol da italiano vero. E il miracolo si ripetè in semifinale, battuta la Polonia per 2-0. Infine, la finale datata 11 luglio 1982. L’Italia sbagliò anche un rigore, poi la Germania Ovest fu liquidata con i gol di Rossi, Tardelli e Altobelli.

«Non ci prendono più»: disse Sandro Pertini, indimenticato presidente della Repubblica.

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Ora sotto con Boris

Enzo Bearzot - Getty Images
Enzo Bearzot e la sua pipa, ora esposta al museo del calcio di Coverciano – Getty Images

Quella odierna invece è una finale dai mille risvolti. Perché l’Italia ci è arrivata con la spinta del pubblico, del gioco e delle giovani idee di Roberto Mancini, mentre l’Inghilterra… sfruttando il fattore casa. 6 gare su 7 giocate a Londra sono state quantomeno insolite in un europeo itinerante, ma gli italiani non possono aggrapparsi a questo appiglio. Per rendere unico l’11 luglio ci vorrà una prestazione maiuscola, riprendendo proprio lo spirito dell’Italia vincente del 1982.

Se paragonarono Paolo Rossi a Raspadori qualche tempo fa… ora basterebbe un po’ di rapidità del compianto centravanti in Immobile o Insigne sotto rete, mentre Chiesa potrebbe emulare quanto fece Bruno Conti. Che fu, non a caso, il miglior calciatore del mondiale 1982: lo juventino ha molto da apprendere.

Così come la difesa ha delle assonanze, c’è sempre un muro colorato di bianconero. All’epoca Gentile e Scirea con Zoff in porta, oggi con Bonucci e Chiellini centrali di difesa. Bandiere del popolo bianconero che hanno resistito a varie intemperie, giocando in Nazionale anche quando la carta d’identità non era proprio freschissima.

Zoff vinse il titolo mondiale a 41 anni, Chiellini si augura di vincere la coppa europea a 37 anni. Il primo segnò anche di testa secondo quanti videro la corazzata Potemkin…

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