Acerbi è un muro per la Lazio: Sarri come lo cambia?

Acerbi come nuovo leader difensivo di Sarri sarà la chiave tattica della Lazio. Il centrale ormai è nella piena maturità calcistica.

Acerbi - Getty Images
Francesco Acerbi si allena nel centro sportivo della Lazio – Getty Images

Gli Europei hanno senza dubbio ridato nuovo slancio ai giocatori nazionali, e anche la Lazio ne ha tratto vantaggio. Ciro Immobile e Francesco Acerbi sono rientrati dalle loro pause con ambizione e animi ben diversi, soprattutto per portare in alto la Lazio.

Che con il nuovo comandante Sarri, dopo l’epopea di Simone Inzaghi, avrà un altro modo di giocare e di pensare il campo. Immobile avrà meno variazioni, i gol doveva fare prima e i gol dovrà ripetere a farli anche dal 22 agosto. Per quanto riguarda la difesa, invece, c’è una variazione tattica importante. Sarri non giocherà mai a tre uomini come il suo collega, si riparte da una difesa con quattro uomini schierati in linea.

Dove il leader sarà Acerbi, che sarà un mix tra il Koulibaly di Napoli e il Bonucci della Juventus. Non è un caso che al centrale della Nazionale siano richieste le qualità di entrambi, che con Sarri hanno svolto comunque una grande stagione. Il tecnico toscano si attende molto dal centrale laziale che, in coppia con Luis Felipe, dovrà alzare il muro, anche se la Lazio è un po’ troppo avvezza nel prendere gol.

Reina è il primo regista

Acerbi e Sarri - Getty Images
Due leader per la Lazio, uno in campo e Sarri in panchina – Getty Images

Il meccanismo difensivo della Lazio parte quindi dallo spagnolo Pepe Reina. Già con Sarri ancora al Napoli e, dunque, conosce per bene quanto richiede il tecnico ai suoi estremi difensori. Di parare ma anche essere intelligente nel leggere l’azione, per non dare troppe responsabilità ai centrali difensivi.

Tra questi è Acerbi a dovere guidare tutta la squadra nella fase di sofferenza, ad alzarla e a dettare i ritmi del fuorigioco nonché a sobbarcarsi i centravanti più possenti in area.

Proprio per questo può prendere spunto dal Koulibaly del Napoli, che svolgeva in azzurro con Sarri determinati movimenti per non farsi avvicinare in area, contrastando sin dal nascere ogni pericolo. Mentre uno sguardo all’ultimo Bonucci scudettato sarà utile per la capacità di proporre il gioco. Già in Nazionale ha chiesto consigli su come approcciarsi con il tecnico toscano, la prima impressione sembra essere comunque ottima.

Anche perché se c’è un intoccabile quello è Acerbi. Arrivato dal Sassuolo – dove spesso e volentieri giocava a quattro in difesa – nella prima stagione della Lazio giocò 37 partite in Serie A con tre gol. Poi 36 con 2 reti, infine la scorsa stagione 32 presenze.

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Quindi, garantisce affidabilità e prestazioni. La Lazio ancora sembra essere un cantiere, ma con buone prospettive di crescita che dovranno passare dalla solidità difensiva. Ma forse è meglio segnare un gol in più che stare col braccino corto.

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