Il pallonetto è il colpo che sembra essere dimenticato nelle partite di calcio. Sostituito dallo scavetto oppure da un modo di giocare che dimentica i colpi d’artista.
C’è un colpo che è sempre bello da vedere e forse un po’ meno da subire. Il pallonetto è roba da classico o da vintage, ma nelle prescrizioni del calcio è sempre un elemento da non sottovalutare. Spesso con un pallonetto si arriva a benedire il prezzo del biglietto.
Un principio attivo che spesso attizza la folla, fa rendere fieri di averlo visto, rende un po’ più nervosi i sostenitori che lo subiscono. Dando invettive ai portieri, nonché alle difese che spesso rimangono imbambolate nel subire un pallonetto, colpo da ferita quasi mortale.
Sicuramente più usato in passato, perché spesso era utilizzato nei momenti di maggiore stasi, quasi quando il pressing era diventato l’unico elemento di gioco. Bastava alzare il pallone, superare le difese e beffare il portiere avversario. Quello stupore diventava gioia da una parte e rabbia dall’altra, perché diventava il colpo della settimana, quel pallonetto che fotografato in maniera analogica diventava un po’ come una cometa. Con facce stupite da una parte e dall’altra, ben capendo come si stava vedendo una sorta di stella cometa da mezzo chilo accarezzare dolcemente la rete.
I maestri del pallonetto
Che sia pallonetto o che sia cucchiaio, questo colpo è sempre qualcosa di spettacolare. In alcuni casi riesce alla grande, in altri un po’ meno, sta anche all’attaccante capire quando rischiare questa mossa. Che può portare alla gloria oppure alla figuraccia.
Chiedere a Francesco Totti, che agli europei del 2000 rispolverò al mondo questo colpo e beffò in pallonetto Edwin Van der Sar, un portiere che aveva la reattività di una sedia al cambio del millennio (ne sanno qualcosa i tifosi della Juventus).
Francesco. Totti. 🥄#AccaddeOggi: @Totti fa il cucchiaio, l'Italia supera l'Olanda a #EURO2000 🇮🇹#UEFAEURO | @Vivo_Azzurro pic.twitter.com/1u3eYJZ7RE
— La UEFA (@UEFAcom_it) June 29, 2021
Lo stesso Totti però fece una cattiva figura in un Roma-Lecce quando provò ancora lo scavetto, ma Vincenzo Sicignano portiere pugliese non abboccò e rimase centrale bloccando senza problemi.
Prima di Totti, l’Italia si stropicciò gli occhi con un francese “italiano” e artista a tutto tondo. Michel Platini si presentava solitamente a inizio della stagione con robe davvero impensabili. In Coppa Italia contro il Pescara scavalcò la difesa e fece un auto assist in pallonetto, infilando poi il portiere avversario nell’angolo opposto.
Il primo gol in assoluto con la #Juve #Platini decise di farlo brutto!
Giusto un pallonetto a quattro avversari per poter entrare in area e piazzarla sotto il sette.
Una cosetta insomma!#OnThisDay del 1982 pic.twitter.com/QV0IO5gkS7— La Maglia Bianconera (@La_Bianconera) August 22, 2019
Contro l’Ascoli fece quasi la stessa scena e gli riuscì alla perfezione in Serie A.
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La Juventus subì un pallonetto proprio nel momento meno opportuno nel 1997. Era la finale di Champions League, la meteora Lars Ricken del Borussia Dortmund impedì alla Juve di vincere la seconda coppa consecutiva, con un pallonetto che chiuse la contesa in favore dei tedeschi per 3-1.