Ecco un sunto dell’intervista che Monchi ha rilasciato alla Gazzetta nella quale ha raccontato alcuni aneddoti di mercato.
Monchi, il direttore sportivo della Roma, in una lunga e accorata intervista ha rilasciato alcune dichiarazioni interessanti sul suo primo anno da dirigente giallorosso e su Totti. Il ds iberico ha tessuto le lodi dell’uomo Totti con il quale ha stretto un rapporto di reciproco rispetto e collaborazione: ‘Con lui – ha dichiarato Monchi – ho un rapporto che all’inizio non avrei mai immaginato potesse essere così stretto, soprattutto considerando che non sono venuto a regalargli una macchina, ma a dirgli ‘arrivederci e grazie’. Poteva succedere di tutto, è andata benissimo. E ha fatto più lui di me. Dall’1 al 10 alla nostra relazione do un 11. Ho trovato una persona vicina, affettuosa. Dopo 27 anni sulla stessa strada non è facile cambiarla. Il club è stato intelligente nel dargli spazio e tempo necessari. Totti poteva impuntarsi, invece ha capito e accettato’.
La parola scudetto, per il ds giallorosso, rimane ancora un tabù, nonostante la squadra di Di Francesco stia dimostrando solidità e compattezza: ‘Non siamo i favoriti, ma abbiamo il dovere di provarci. Siamo partiti in svantaggio, ma pian piano stiamo arrivando al livello di Napoli, Juventus e Inter. Siamo in costruzione, ma alla fine dell’opera l’edificio sarà bello’. Poi ha raccontato un gustoso aneddoto sull’acquisto di Schick e la complessa trattativa (poi saltata) per l’acquisto dell’esterno del Leicester, Mahrez: ‘Volevamo un esterno mancino per sostituire Salah. Abbiamo puntato tutto su Mahrez, che non è venuto perché non lo volevano vendere. Non era una scusa mia, hanno detto no anche al Barcellona. Saltato Mahrez ci siamo detti: ‘Meglio prendere un esterno mancino a qualsiasi costo, anche se non siamo convinti e abbiamo soluzioni interne, o provare a prendere Schick che non è il profilo esatto che cerchiamo, ma è un investimento per il club?’Rinunciare a Schick per mere questioni tattiche sarebbe stato un errore’.