Moggi torna a parlare del fallo di Iuliano su Ronaldo: ‘Quell’Inter doveva andare in B, altrochè rigore…’

Juventus-Inter riporta sempre il pensiero alla sfida del 1998 condizionata dal penalty non assegnato ai nerazzurri, ecco le parole di Moggi.

Juventus-Inter ormai è alle porte e come di consueto, la mente non può non andare alle polemiche del 1998 e a quel presunto fallo di Iuliano su Ronaldo che avrebbe potuto cambiare le sorti di quella stagione. Su quell’episodio è tornato ad esprimersi Luciano Moggi, l’ex dg della Juventus, che in una intervista concessa a Libero, ha messo altra benzina sul fuoco delle polemiche mai sopite tra nerazzurri e bianconeri.

‘Il contatto Iuliano-Ronaldo del ’98 – ha dichiarato Moggi – non sarebbe mai arrivato a una conclusione col Var. Con le regole di oggi l’azione sarebbe proseguita, West avrebbe stesi Del Piero e Ceccarini avrebbe assegnato il rigore ai bianconeri. Poi avrebbe chiesto il controllo al Var e magari sarebbe stato inutile. Anche quella volta sarebbe dipeso da chi c’era davanti al video: l’arbitro avrebbe verificato le immagini e poi deciso. E se ci fosse stato l’Orsato di turno? Lo sapete che Orsato in carriera ha fischiato solo 36 rigori su 181 partite arbitrate in A? Per intendersi, Rocchi ne ha concessi 88 in 220 e Tagliavento 84 in 212: chiara l’antifona? E lo stesso varrebbe col contatto tra West e Inzaghi della sfida d’andata. E comunque, Juve e Inter non avrebbero neanche dovuta giocare. L’Inter doveva essere stata retrocessa per il passaporto falso di Recoba‘.

Moggi si è detto poco convinto del Var: ‘Così com’è non mi convince ancora, dovrebbe avere una normativa più oggettiva e non limitarsi a stabilire se un fallo da rigore ci sia o meno. Dovrebbe magari aiutare anche a scoprire quando c’è un tocco i mano e veramente quando c’è il fuorigioco, cosa che non succede. Lunedì a Verona, il Genoa ha battuto l’Hellas con una rete di Pandev dopo un’azione viziata da offside: hanno convalidato il gol, non hanno convinto nessuno. Quando la ‘macchina’ è guidata dalle azioni dell’uomo non è più una ‘macchina’. A volte arbitro e addetto video sono talmente incerti e di poca personalità che si chiamano per aiutarsi a vicenda. Potevano mettere un monitor al quarto uomo e finiva lì. E dunque le caratteristiche dei vari direttori di gara sono e saranno predominanti sulle decisioni’.

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