Juventus nel caos, tra confusione societaria e di gioco: che succede?

La Juventus ha perso la terza partita di campionato. Ritornano le solite critiche a Pirlo, ma anche la dirigenza non è esente da colpe

Nel calcio tutto parte dalla società; se non è vincente, non lo sarà mai nemmeno la squadra, nonostante si punti allo scudetto e coppe. Può anche accadere che un grande club possa, all’improvviso, trovarsi con una dirigenza che compie molte scelte sbagliate.

Questo è il caso della Juventus; se fino a 3-4 anni fa, la società bianconera era di gran lunga la migliore anche fuori dal campo, oggi le cose non sembrano più essere così. La confusione pare regni sovrana, con la fine del rapporto con Marotta, oggi all’Inter, e con le scelte prese maggiormente dal presidente Agnelli.

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Gli errori della società

La Juventus ha commesso parecchi errori negli ultimi anni, dapprima nella dirigenza, perdendo come già detto Marotta, e dando più poteri a Paratici, che non è riuscito a vendere molti giocatori in esubero.

Inoltre, lo Chief Football Officer juventino, aveva venduto Dybala allo United nel 2019; il giocatore però rifiutò, giocando una grande stagione e trascinando il club alla vittoria del nono scudetto di fila.

La confusione sembra regnare sovrana dalle parti della Continassa, soprattutto per quanto riguarda gli allenatori. Nel 2019 esonero di Allegri che ha portato a casa oltre agli scudetti, anche la Coppa Italia, e due finali di Champions, ma accusato di non regalare alla squadra un bel gioco.

Agnelli, spinto anche da Nedved e Paratici, sceglie Maurizio Sarri, ex Napoli, che proprio con gli azzurri aveva apportato una rivoluzione di gioco in Italia. Ma il tecnico toscano, ha assecondato fin troppo le richieste sul mercato dei dirigenti.

Gli errori della dirigenza, furono quelli di non cambiare molti giocatori, con la squadra che stava giungendo, dopo otto anni, alla fine di un ciclo. Lo scudetto è poi arrivato, con mille difficoltà e polemiche, così come anche la sconfitta agli ottavi di Champions con il Lione.

juve pirlo
Pirlo allenatore Juventus

Nel 2020 altra scelta che sembra provenire più dalla pancia che dalla testa. La decisione di spostare Pirlo alla guida della prima squadra, dopo essere stato inizialmente ingaggiato per allenare l’Under 23. “Il Maestro” non ha mai allenato, nemmeno le giovanili. Da qui la ricerca forsennata per capire il gioco della Juve di Andrea Pirlo.

La tesi di Coverciano, con cui ha preso il patentino, diventa l’emblema a cui appigliarsi. Possesso palla e gioco di posizione, quando si ha la palla, mentre il pressing immediato quando si è in difesa.

La realtà è che il gioco di Pirlo non è mai decollato, un 3-4-3 in fase di manovra, e una linea difensiva a 4-5 quando si difende, che hanno però portato vari problemi nel corso della stagione.

Un gioco di fatti Allegriano. Perché, quindi, esonerare Allegri, passare da Sarri per il gioco all’europea per vincere proprio in Europa, e poi arrivare a Pirlo per rivedere la palla sulle fasce, e i cross in area, del succitato Max Allegri?

Juventus, adesso cosa fare

Adesso, con il campionato abbastanza compromesso, nonostante la sconfitta del Milan con lo Spezia, molto per la Juve di Pirlo passa da Oporto, dalla sfida di Champions di mercoledì. La sensazione è che questa squadra debba a tutti i costi vincere proprio in Europa.

Il problema, però, emerso anche in questa stagione, è quello di una mediana di poca qualità e sostanza, che solo saltuariamente riesce a prendere il controllo del campo. Senza contare il fatto, che probabilmente nessuno dei centrocampisti bianconeri giocherebbe titolare nel Bayern campione, quindi la strada è ancor più in salita.

Insomma, una confusione dirigenziale nuovamente tornata alla ribalta negli ultimi giorni, anche e soprattutto per quanto riguarda gli allenatori ed anche i giocatori. Senza dimenticare la gestione del caso Suarez.

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