Il Torino scopre la casa, ma ancora non basta

Il Torino ha spezzato la maledizione casalinga, ma ancora non basta.

La vittoria del Torino al “Grande Olimpico” di qualche giorno fa contro il Sassuolo è stato quasi un miracolo. Soprattutto il 3-2 in rimonta ha richiamato a un derby del 1983 contro la Juventus, e il fatto di aver fatto riemergere Simone Zaza contro la squadra che lo ha lanciato è sicuramente un altro merito di Davide Nicola.

La vittoria di mercoledì ha interrotto una striscia dolorosa non positiva in casa: il Torino, prima di allora, aveva raccolto praticamente solo otto pareggi e sei sconfitte nello stadio di casa. Numeri da brivido, in effetti, con pareggi rocambolesche, sconfitte contro avversari anche non irresistibili e tante occasioni mancate il più delle volte. In casa il Torino ha conquistato solamente dieci punti sui trentanove disponibili e, prima del match contro il Sassuolo, l’ultima esultanza mancava addirittura dalla scorsa stagione. Era il 16 luglio 2020, il Torino di Moreno Longo batteva il Genoa 3-0 ipotecando una salvezza come obiettivo massimo da raggiungere.

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Da allora, dunque, sofferenze varie al “Grande Torino”, uno stadio mai troppo fortunato per chi gioca in casa: infatti, le stagioni juventine di qualche stagione fa sono ricordate non con eccessivo entusiasmo. Sarà una questione di stadio, sarà altro, ma il Torino in casa sta comunque ancora facendo troppo poco.

Tempi magri per chi auspica il segno 1

Zaza decisivo nel Torino - Getty images
Zaza protagonista nella vittoria casalinga del Torino – Getty images

Era dai tempi di Joe Hart, portiere inglese non troppo rimpianto da queste parti, che il Torino non raggranellava così pochi punti in casa. In effetti, sono molteplici i fattori di crisi in questa squadra che ha incassato quasi cinquanta gol nonostante il suo portiere sia un convocato fisso della Nazionale. Così come sono eccessive le trentuno reti subite nella ripresa, quando cala la pressione mentale.

Mercoledì, invece, è successo quasi il contrario, la doppietta di Mimmo Berardi è arrivata nel primo tempo, gol presi e comunque evitabilissimi. La rimonta, invece, negli ultimi venticinque minuti, un po’ come era avvenuto anche nel pari ottenuto a Benevento.

La scossa del Torino dunque va trovata soprattutto a livello mentale. Ed è su questo che sta insistendo Davide Nicola, abituato ormai a squadre quasi sull’orlo di una crisi di nervi. Anche perché lo stesso Torino aveva raggiunto, prima della sconfitta contro l’Inter, il poco lusinghiero record di cinque pareggi di fila interni, maturati contro Bologna, Verona, Spezia, Fiorentina e Genoa. Poi la sconfitta con i nerazzurri, infine il colpo di coda contro il Sassuolo.

Per la salvezza tutto è da giocare, e molte sono le variabili da considerare. Il pieno recupero di Andrea Belotti potrebbe spostare necessariamente l’ago della bilancia: è lui il bomber dai gol pesanti in casa. Da lui tutti si attendono qualcosa in più.

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