Portieri travestiti da tifosi: leader da spogliatoio e non solo

Portieri o tifosi? Oppure portieri-tifosi? Il calcio italiano ha regalato spesso questo binomio, tra i più curiosi fra quelli attuali.

Il portiere che passa dalla tribuna alla porta della sua squadra. Non è spesso fantascienza, quanto la capacità di realizzare un sogno. I tifosi dietro la curva inneggiano ai loro portieri e, se fra questi, c’è un volto storico allora la festa è doppia. Si crea una sorta di alchimia, un pass che consente di abbattere anche le distanze e di rendere così lo sport ancora più umano.

I portieri che fanno i tifosi, o i tifosi che sognano di essere portieri. In alcuni casi tutto questo è diventato realtà, soprattutto con un fil rouge che riguarda la porta doriana. Cristian Puggioni ne è un esempio, tifoso doriano si ritrovò a difendere la porta della Sampdoria in un derby. A diventare una sorta di dodicesimo uomo in campo durante le partite e, grazie a Walter Zenga (non a caso tifoso dell’Inter, difesa per tanti anni) si è regalato una grande soddisfazione.

Quella maglia blucerchiata non l’avrebbe lasciata mai ma… ci fu un’offerta irrinunciabile. Il Benevento gli offrì il doppio dello stipendio e, per un portiere a fine carriera, era il massimo. Puggioni provò a rimanere a tutti i costi, ma ci sono priorità anche da guardare, soprattutto dopo il ritiro. Così, lasciata la Sampdoria da calciatore ne è rimasto ancora un tifoso sfegatato.

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Il mondo di Viviano e i vice intrattenitori

Pinsoglio esulta - Getty images
Tifosi da campo e non solo: Pinsoglio nella Juventus – Getty Images

Un caso a parte quello di Emiliano Viviano, che con la Sampdoria ha giocato ma soprattutto ha vissuto il sogno della Fiorentina. Lui cresciuto nella Curva Fiesole ad esultare per le prodezze di Gabriel Omar Batistuta, si ritrovò portiere della viola. E subentrò anche l’ansia di dover fare bene a tutti i costi, le aspettative erano troppe da una parte e dall’altra. Il matrimonio durò poco, fu breve ma intenso.

Viviano, nel suo lungo giro d’Italia e d’Europa, ha ricordato spesso Firenze come una tappa di carriera fondamentale, anche per capire meglio il suo rapporto con il calcio.

Qualcosa di anomalo, negli ultimi anni, si è verificato con i terzi portieri. Ingaggiati più per il valore di compagnia che non per la tecnica. Nel caso di Tommaso Berni, due espulsioni dalla panchina e zero partite. Qualcosa di incredibile all’Inter, il portiere dunque ha avuto poche chance (eufemismo) per dimostrare quanto sapeva fare al “Meazza”, serviva come uomo-spogliatoio.

Che è un po’ la storia di Carlo Pinsoglio alla Juventus. Diventato anche ultrà vista l’assenza del pubblico insieme a Gigi Buffon (tifoso di Parma e Genoa). Almeno gioca una partita l’anno, l’ultima della Serie A. In alcuni casi la gioca per intero, in altri la gioca da subentrante. È molto amico di Cristiano Ronaldo e questo fa più curriculum rispetto a qualche campionato di Serie B che giocò da titolare.

 

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