Pjanic e Arthur: bilancio attivo ma campo avverso

Pjanic – Arthur: lo scambio che non è convenuto a nessuna delle squadre. Tranne che per i rispettivi bilanci.

Juventus e Barcellona nello scambio tra Pjanic e Arthur sembravano aver trovato una soluzione sia al centrocampo e sia ai bilanci. In particolare, per questi ultimi le cifre erano abbastanza ragguardevoli. Il brasiliano Arthur ha lasciato il Barcellona per 72 milioni da pagare in quattro esercizi, con altri dieci milioni in più al verificarsi di svariate condizioni nel corso della durata contrattuale. Che nel caso del centrocampista 23enne brasiliano è di cinque stagioni, quindi scadenza fissata al 2025 con un ingaggio stagionale di cinque milioni netti.

Percorso inverso invece per Miralem Pjanic, bosniaco passato al Barcellona per il prezzo di listino di 60 milioni, da pagare anche in questo caso in quattro esercizi. Per quanto riguarda la questione bonus, altri eventuali cinque milioni in più da versare nelle casse bianconere al raggiungimento di vari obiettivi. Il bosniaco ha incassato uno stipendio da 7 milioni e mezzo, mentre la Juventus ha effettuato una plusvalenza da 42 milioni circa. Il Barcellona addirittura ne ha fatta una da 50 milioni con Arthur.

Tutto bello se guardiamo i bilanci e quanto ne consegne, con le finanze dei club migliorate da questa operazione imbastita già la scorsa estate ed ufficializzata quando i rispettivi campionati non erano nemmeno finiti. E nemmeno la Champions League era terminata: immaginate un po’ se, per un caso della vita, ci sarebbe stata un’altra finale tra Juventus e Barcellona.

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Il campo non mente mai

Pjanic vs Arthur - Getty images
Passato contro presente incrociato nei gironi di Champions: Pjanic e Arthur in contrasto – Getty Images

È stato uno scambio poco produttivo, invece, se guardiamo alle prestazioni sul terreno da gioco. Pjanic è una riserva nel Barcellona, che non ha mai totalmente dato le chiavi del gioco al bosniaco. La qualità del palleggio in casa spagnola è comunque garantita, Pjanic sembra essere al momento un gregario di lusso nel team.

Arthur, invece, in Italia non ha mai incantato. Sia per modo di giocare, sia anche per errori palesi. Quello contro il Benevento è valso una sconfitta, il passaggio in orizzontale difensivo viene biasimato già nei pulcini delle squadre di quartiere, figuriamoci in Serie A.

Così come proprio il modo di giocare del brasiliano non ha mai entusiasmato, un po’ molle rispetto ai ritmi italiani, pieno di tocchi e tocchetti che però non portano velocità di manovra.

Il bilancio è uscito vincente da questo scambio, il campo no. Ed è un vero peccato, perché Pjanic poteva forse ancora avere un ruolo nella nostra Serie A, a patto di assumersi qualche responsabilità in più (non proprio il pezzo forte del bosniaco).

Così come Arthur, definito in Brasile come un portento, poteva essere senza dubbio più incisivo nelle ultime stagioni. Se l’ex Roma e Juve ha fatto capire il suo potenziale, del brasiliano si rimane sempre un po’ appesi nel giudicarlo, alla ricerca di un colpo decisivo.

Il campo, spesso, è molto più letale di un master in economia.

 

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