Pescara di Sebastiani: le montagne russe sono finite

Dieci anni da montagne russe per il Pescara di Sebastiani. Ora la Serie C si materializza dopo un campionato di pura sofferenza.

Un decennio da grandi emozioni. Non si sono sicuramente annoiati i tifosi del Pescara nel corso degli anni precedenti, mentre ora sono preoccupati per il futuro della squadra. Il Pescara del presidente Sebastiani ripartirà dalla Serie C, dopo la fresca retrocessione subita.

Una retrocessione che non è stata evitata dai tre allenatori nel corso della stagione, così come dai calciatori, alcuni anche con un passato illustre, che si sono rivelati inadatti alla piazza.

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Si ripartirà, quindi, dalla terza serie e per il Pescara di Sebastiani è tempo di stilare bilanci, nonché di guardare a quanto fatto negli ultimi dieci, vissuti sempre da protagonista, nel bene e nel male. Perché due promozioni in Serie A non si dimenticano, nonché tutto quanto è accaduto, con il rilancio di allenatori, l’esplosione di alcuni giovani talenti, ma anche tanti errori disseminati lungo il cammino.

Il Pescara così è stato un laboratorio di un certo peso. Che ha lanciato, intanto, Eusebio Di Francesco come allenatore e poi rilanciato alla grande Zdenek Zeman. Nessuno credeva alla promozione, tranne lui, con un trio Immobile-Insigne-Sansovini e Marco Verratti in regia. Che fu la prima grande plusvalenza degli abruzzesi, che cedettero il talento al Paris Saint Germain

Oltre il cammino degli abruzzesi

Fiorillo - Getty images
Da anni nel Pescara di Sebastiani il portiere Fiorillo – Getty Images

Il Pescara di Sebastiani raggiunse la promozione mentre Zeman andò alla Roma. Un addio rimpianto, in quanto i biancazzurri in Serie A fecero malissimo, retrocessi da un tempo e senza una guida tecnica capace di rivitalizzare l’ambiente.

Alcune stagioni in Serie B sono state propedeutiche, con Massimo Oddo a prendersi gli onori nella stagione 2015-16. Fu una promozione altrettanto importante, la vittoria ai playoff contro il Trapani di Serse Cosmi (ex per altro) rimarrà nell’immaginario collettivo per il saluto in panchina tra i tecnici.

La realtà, poi, è spesso diversa e Oddo, convinto addirittura di portare il Pescara in Europa League, fu esonerato senza aver vinto una partita sul campo (solo una a tavolino). Zeman tornò, fece un 5-0 contro il Genoa e poi più nulla, in quanto il boemo nelle seconde stagioni difficilmente si ripete, come a Lecce.

Il ritorno tra i cadetti è stato così un continuo alternarsi di delusioni nei tifosi, che desideravano una pronta risalita, ma la rosa, per un motivo o per un altro, non dava mai certezze.

Così come la panchina è sempre stata scottante, tanti i cambi, molti dei quali con allenatori esordienti o poco più. La salvezza della scorsa stagione ai playout, raggiunta contro il Perugia, ha poi riportato gli adriatici alla consapevolezza di essere una squadra da salvezza. E nemmeno, perché prima Oddo, poi Breda e infine Grassadonia non hanno ottenuto risultati significativi.

Il Pescara di Sebastiani ritorna in Serie C dopo un decennio, c’è da rifare un intero progetto.

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