Millennial attratti dal calcio? Diamogli dei buoni esempi

Il calcio che appassiona i millennial è quello giocato e che regala storie. La ricetta del pallone a tutti gli orari, invece, allontana i più giovani, che vogliono emozioni autentiche.

Ibra al tiro - Getty Images
Il calcio è meno seguito dai millennial? Serve dare loro grandi storie – Getty Images

Spesso i millennial vengono messi in mezzo nelle discussioni sul rilancio del calcio. Per vendere il prodotto, come se fosse un climatizzatore o un nuovo videogioco, il calcio è analizzato su ricerche di mercato di dubbio valore. Mettendo sempre in mostra come le nuove generazioni si siano allontanate da questo sport.

Fermo restando che, in primis, è cambiata la fruizione, e anche in peggio. Con gli impegni della vita quotidiana, come può un essere umano – dai 4 ai 110 anni – seguire tutte le partite di un campionato, anche se sminuzzate in ogni orario?

Non è semplice, ma nemmeno impossibile da capire quali possono essere le ricette per un calcio migliore. Che appassioni i millennial, gli utenti del domani come se, invece, la generazione precedente sia ormai da mandare al macero con tutto il vissuto e i valori sportivi consolidati.

Proprio per questo, il calcio sta raccontando storie degne di essere vissute, e che possono appassionare le nuove generazioni. E non è una questione di spettacoli, colpi, tocchetti e orari dislocati: è una questione, invece, di sentimenti, di valori etici e di uomini che mostrano un sacrificio fisico prima ancora che umano. Tutto materiale che anche da piccoli è sicuramente apprezzato.

POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Un nuovo idolo appassiona i ragazzini

Gli esempi europei

Bonucci e Mattarella - Getty Images
L’impresa italiana ha unito più generazioni – Getty Images

Prendiamo gli ultimi europei e scopriamo come i millennial abbiano visto un calcio di un’altra pasta. Dalla vicenda Eriksen i più giovani hanno appreso come fare gruppo, come essere solidali con un compagno in difficoltà. La storia ha reso più celebri i calciatori della Danimarca, che in fatto di fair play hanno preso sicuramente la medaglia più alta.

E che dire di Italia e Inghilterra: tanti ragazzi sognano, con la maglia della propria nazionale, di ripetere le gesta dei loro beniamini. Arrivati in finale con tanti giovanissimi, che hanno rappresentato al meglio l’umore di una nazione. E proprio con le partite giocate all’arrembaggio sportivo, i tanti giovani hanno appreso e visto modelli di riferimento, perché lo sport è palestra di vita e crescita continua.

Peccato che tutto ciò non è poi ripetuto sia nei campionati nazionali, nonché nelle coppe europee. Partendo dalle leghe, sicuramente non è un grande esempio vedere le polemiche quotidiane che attraversano i club, con l’episodio della Superlega che ha dimostrato come un certo modo di intendere il pallone è andato a farsi benedire.

Per non parlare della Champions League, la coppa dei ricchi che da vent’anni sembra riproporre sempre le stesse gare. Alcune volte con colpi di scena, altre volte sembra praticamente un’edizione da playstation, a uso e consumo.

Impostazioni privacy