Roberto Donadoni è sereno: prima la torta, poi la panchina

Roberto Donadoni potrebbe presto tornare in Italia…ma per ora si gode il compleanno (oggi 58 anni per lui) e la serenità di poter accettare un progetto in futuro di lunga gittata.

Roberto Donadoni - Getty Images
Roberto Donadoni, oggi 58 anni per lui – Getty Images

C’è un tecnico che spesso viene sottovalutato o comunque poco considerato quando una panchina comincia a traballare. Roberto Donadoni non fa di certo parte dei papabili, anche se per esperienza e caratteristiche da tecnico potrebbe andare bene praticamente quasi a ogni tipo in squadra di Serie A. In corsa o dall’inizio della stagione questo è da vedere, sicuramente per il tecnico bergamasco prendere una squadra a campionato iniziato non sarebbe di certo un problema.

Perché il gioco delle parti è anche questo, prevedere forse anche in anticipo quale sia la panchina che scotti di più. Da ottobre in poi ci sarà il canonico valzer, gli alibi finiranno e in molti potrebbero accorgersi di aver scelto prima un tecnico sbagliato. Bussando così alla porta di Roberto Donadoni, per dargli in mano una squadra e farla risollevare.

Compito che il tecnico accetterebbe, ma a patto di avere un progetto dietro le spalle e un futuro da inseguire. Perché Donadoni non è un mister da sei mesi e basta, a 58 anni può permettersi il lusso di rifiutare scelte poco convincenti, non si allena tanto per farlo.

Addio Cina, rilancio in Serie A

Donadoni al Bologna - Getty Images
L’ultima panchina italiana del tecnico fu a Bologna – Getty Images

La carriera di Roberto Donadoni da tecnico è stata comunque degna di nota, passando dal Lecco al Livorno, a una parentesi non fortunatissima con il Genoa per poi tornare in Toscana. Dove, a un certo punto del campionato 2005-06, lottava addirittura per un posto in Champions League.

Frizioni con il presidente Aldo Spinelli portarono poi a una rottura clamorosa. Il Livorno fu affidato al buon Carlo Mazzone che con i labronici terminò la sua carriera lunghissima da tecnico.

A Napoli prese una squadra in corsa ma non fece presa sull’ambiente, a Cagliari arrivò per sistemare alcune cose e se ne andò senza rimpianti.

Molto più intensa l’esperienza del Parma, avendo in mano una squadra da modellare e che rispondeva bene ai suoi solleciti. Con un’Europa conquistata sul campo e un fallimento l’anno successivo, nella stagione maggiormente paradossale dei ducali.

Lì Roberto Donadoni dimostrò di essere un uomo, prima ancora che un allenatore: quel Parma andava in campo con dignità, arrivò ultimo ma prese comunque tanti applausi.

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L’esperienza a Bologna è stata un’altra tappa importante, ma portare i rossoblù in Europa sarebbe stata un’impresa. Come quella di rimanere in Cina per lungo tempo: per un tecnico che ha allenato anche la Nazionale italiana, la missione orientale prolungata sarebbe stata più un supplizio rispetto a una missione entusiastica.

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