Difese allegre, gol a grappoli: è cambiata la Serie A?

Difese allegre, il ciel l’aiuta? La tendenza degli ultimi anni porta sempre più a trascurare la fase difensiva. E non è questo un ben per chi deve fare gioco collettivo.

Criscito esulta - Getty Images
Tra le difese allegre quella del Genoa, nonostante i rigori segnati da Criscito – Getty Images

A volte anche le difese meritano la giusta attenzione. Perché non necessariamente devono essere allegre per regalare spettacolo. Avere una retroguardia efficace spesso è uno show nello show, molti interventi difensivi regalano comunque applausi.

Nella mente dei tecnici però entra in gioco anche una sorta di braccino… lungo in questo caso. La moda è di attaccare, far partire il gioco dalle difese e mettere in conto anche qualche rischio in più. A volte anche ingiustificato, perché le retroguardie allegre poi combinano dei guai nemmeno troppo leggeri. Se pensiamo alla zona salvezza, possiamo già guardare quanto accadde la scorsa stagione. Incassarono troppi gol il Torino, ben 69, e lo Spezia a quota 72. Si salvarono ma non diedero grande solidità al reparto, soprattutto i granata erano diventati troppo vulnerabili negli ultimi periodi.

Per non parlare poi di chi è retrocesso. Il Benevento prese 75 reti, soprattutto nel girone di ritorno non seppe più controllarsi. Il Crotone penultimo abbattè ogni record e chiuse a 92, il Parma ultimo incassò nove reti in meno, ma si sfaldava spesso nella ripresa.

Chiudere bene la porta come ritorno al passato

Gol Dzeko Atalanta - Getty Imaegs
Frame del gol di Dzeko all’Atalanta: in tre davanti alla porta – Getty Images

In effetti, sempre tornando alle provinciali, curioso il dato di chi è arrivato recentemente in Serie A. L’Empoli vinse il campionato cadetto con 35 gol presi, la Salernitana ne incassò uno in meno, il Venezia fece 39 nella fase regolare e si mantenne bene nella fase dei playoff vinti. I lagunari, per altro, cambiarono portiere proprio nel finale, affidandosi al finlandese Maenpaa.

Curiosamente sono le neopromosse che meno hanno incassato in cadetteria ma che nel confronto, con la massima serie, potrebbero avere le difese più allegre.

Il segno dei tempi, anche perché nella massima serie ci sono ostacoli spesso non facili. Lo sanno bene Juventus e Napoli, che hanno organici importanti ma prendono gol molto evitabili. A volte è anche una dimensione che si basa sulla qualità più che sulla quantità. I gol presi nell’area piccola dalla “vecchia signora” e dai partenopei sottolineano una mancanza di concentrazione dei centrali difensivi e l’annosa questione delle diagonali. Un punto critico soprattutto per i bianconeri, che da anni sembrano non sapere più muovere in linea una difesa con quattro elementi.

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Altri spunti preventivi sono attesi dalle squadre romane, perché Josè Mourinho ha forse poca qualità nei singoli difensivi, mentre Maurizio Sarri sta insistendo su nuovi meccanismi. Il Milan, invece, sfrutta il lavoro di Stefano Pioli, che soprattutto nella retroguardia ha saputo valorizzare al meglio chi sembrava avere già la valigia pronta. Anche questo è un merito importante.

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