Portiere o libero? Come cambia un ruolo chiave nel calcio

Quello del portiere-libero ormai è un ruolo quasi basilare in Serie A. In alcuni casi è molto prezioso, in altri ancora può procurare dei guai a chi difende…

Reina rilancia - Getty Images
Reina è un portiere o un libero? Cambia il ruolo e gli interpreti – Getty Images

La moda degli ultimi anni sulla costruzione dal basso porta necessariamente a coinvolgere il portiere, facendolo diventare di fatti un vero e proprio libero. Non nei compiti di marcatura (dunque, dimenticare in questo i casi di Gaetano Scirea e Franco Baresi), ma proprio per la costruzione e il tocco di palla. Il primo, o l’ultimo se guardiamo dall’altra parte, a costruire il gioco, spesso per dare manovra e fluidità nell’immediato.

Perché ora al portiere si richiedono oltre i fondamentali anche la capacità di costruire l’azione, dei piedi buoni conclamati e una visione da regista. Non solo libero, dunque, ma deve essere tanta l’abilità tra i piedi per poter avere tutto ciò.

Non è un caso che il migliore del ruolo sia Manuel Neuer. La bandiera tedesca ha interpretato la mansione ben diversa rispetto al suo precedente omologo Oliver Kahn. Nella nazionale teutonica ma soprattutto nel club, Neuer è praticamente il baluardo da cui far partire l’azione. Addirittura Pep Guardiola voleva schierarlo a centrocampo per quanto è bravo con i piedi, ma lì saremmo entrati in un caso difficilmente poi risolvibile…

L’attendibilità della sicurezza

Handanovic - Getty Images
Agli estremi difensori si chiede anche una padronanza diversa – Getty Images

In effetti, molte squadre di Serie A si sono rifatte sul modello Neuer per avere nuovi spunti. Sicuramente conta l’abilità con i piedi, perché si è un portiere capace anche diventando un libero, un regista e quasi un centravanti.

Il portiere, ormai, è considerato alla stregua di un calciatore di movimento, quasi come se fosse un vero e proprio privilegio utilizzare le mani nel proprio mestiere.

Molte parate arrivano direttamente dai piedi, nemmeno fosse stato rivalutato Claudio Garella, che utilizzava le mosse più per istinto che per calcolo strategico.

Il diffondersi a macchia d’olio della zona difensiva così ha portato al portiere nuovi grattacapi, diventando un metronomo per la base del fuorigioco, diventando libero e indipendente, nonché essere primo attore protagonista.

Soprattutto quando c’è da partecipare fattivamente a entrambi le fasi del gioco, così da mettere l’estremo difensore in competizione proprio insieme agli altri calciatori di movimento.

Un evolversi del ruolo che ora sta prendendo base anche nelle scuole giovanili, dove i preparatori già effettuano diversi tipi di allenamento per rendere migliori i portieri del domani.

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Emerge, in questo caso, una particolare predilezione per il calcio sudamericano, quasi riprendendo le mosse del futsal e applicandole in un campo di circa 100 metri. Perché nel calcio a cinque il portiere non rimane impalato tra i pali, bensì è parte attiva di una costruzione corale, spingendosi spesso avanti soprattutto nelle situazioni di rincorsa.

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