Pietro Ceccaroni del Venezia ha avuto un impatto importante con la Serie A. Il difensore dei lagunari sembra una delle poche note liete della neopromossa. Il meritato rinnovo al 2026 ne certifica la qualità.
Passata l’emozione, il resto è concretezza. Lo ha pensato Pietro Ceccaroni, centrale di difesa in forza al Venezia, al suo primo campionato nella massima serie. Non deve esser stato di certo l’impatto con la nuova realtà, soprattutto quando si gioca con una squadra come il Venezia senza ancora troppa amalgama, per via dei tanti – troppi – acquisti nel corso dell’estate. Acquisti da ogni parte del mondo che hanno fatto mancare una sorta di coesione immediata, il gruppo è stato formato nel corso del tempo.
Il reparto difensivo ha avuto comunque dei correttivi, da gente di esperienza a semi sconosciuti presi in giro per il mondo, tenendo comunque la vecchia guardia a disposizione. Come nel caso di Marco Modolo, unico calciatore che dalla Serie D è arrivato proprio in Serie A, nonché Pietro Ceccaroni che è alla sua terza stagione in laguna.
È stato già protagonista in campo, dimostrando di valere questa categoria. Con tanti miglioramenti ancora possibili, perché nella massima serie anche lasciare un centimetro può essere fatale. La voglia messa in campo però è un buon viatico per avere progressi.
Un difensore vecchio stampo
Pietro Ceccaroni ha già segnato nel massimo campionato e lo ha fatto contro lo Spezia. Una partita normale ai più, per altro con sconfitta interna dei lagunari. Ma speciale per il difensore, che proprio nel settore giovanile dello Spezia è cresciuto, arrivando anche all’esordio in Serie B.
Dopo la prima gara in cadetteria, il prestito alla Spal nella stagione 2015-16, importante per la squadra di Ferrara che ha raggiunto il ritorno in cadetteria dopo tanti anni. 22 presenze in Serie C, poi il passaggio allo Spezia, anzi per meglio dire il nuovo approdo. Due tornei con 29 presenze complessive, e una consapevolezza di dover crescere.
A Padova, nell’annata 2018-19 una retrocessione che ha lasciato tanto amaro in bocca, con tante panchine e una presa non facile con l’ambiente. È rimasto poi in Veneto sposando il progetto lagunare. A distanza di qualche chilometro è diventato prezioso prima nel team allenato da Alessio Dionisi e poi con Paolo Zanetti. Che lo ha portato anche ad essere più offensivo, gli stacchi aerei sono utili da compiere anche nell’area avversaria.
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Nonché migliorando il suo atletismo. Qualche partita fa per recuperare un’azione dei granata è arrivato a rincorrere gli avversari alla velocità di 34,3 km/h. praticamente uno sprint da maratoneta, che porta così risultati e anche una certa dinamicità alla difesa del Venezia. Che su di lui poggia le speranze per prendere meno gol possibili e salvarsi in qualche modo.