Caso-Gori, oro Cosenza: i rossoblù sognano happy days

Gori e Caso, giovani e ambiziosi per il Cosenza. Una coppia gol che in Calabria sta mostrando tanto talento e prospettive future interessanti.

Gori del Cosenza in gol - Foto LaPresse
Gori del Cosenza in gol contro la Ternana – Foto LaPresse

Giovani e italiani. Come Mancini e Vialli, come due elementi che già si conoscono e si apprezzano. In Calabria hanno fatto bingo nell’affidare l’attacco a Gabriele Gori e a Giuseppe Caso, due elementi arrivati a Cosenza come giovani promesse che stanno già sbocciando.

Il destino ha fatto ritrovare i due attaccanti, che due stagioni fa erano la coppia titolare di un Arezzo che giocò senza dubbio un buon campionato lì davanti. A Cosenza li ha ripescati il nuovo direttore sportivo Roberto Goretti, che ha costruito una nuova squadra in quindici giorni. Ottenendo il prestito di Gabriele Gori dalla Fiorentina e quello di Giuseppe Caso dal Genoa, il primo è un classe 1999, il secondo ha un anno in più.

Due elementi che si completano, una prima punta di buona potenzialità ben abbinata a una seconda che si muove su tutto il fronte offensivo. L’inizio di campionato è stato incoraggiante, l’intesa tra i due è stata già evidente e il Cosenza sogna di salvarsi con questi nuovi idoli rossoblù.

Ragazzi che crescono bene

Caso del Cosenza - Foto LaPresse
Caso in azione, con Gori formano il tandem del Cosenza – Foto LaPresse

La storia di Cosenza porta bene. È una terra dove gli attaccanti hanno raggiunto sempre grande maturità, Marco Negri, Cristiano Lucarelli, Massimo Margiotta, Riccardo Zampagna e altri ancora fecero stagioni importanti per poi lottare in altri campi.

La tradizione si ripete e – anche guardando al compianto Gigi Marulla – gli attaccanti sentono notevolmente il peso della maglia rossoblù. Gabriele Gori è arrivato a Cosenza dopo quattro esperienze tutte diverse. Foggia e Livorno per incominciare e capire che il mondo dei professionisti era ben diverso rispetto alle culle dei settori giovanili. Poi l’annata ad Arezzo e nove gol per fare capire di che pasta era fatto, e il prestito al Vicenza della scorsa stagione.

Sarebbe ingeneroso parlare di lui come del genero di Beppe Bergomi, perché in campo dimostra di poter esser protagonista. Nonostante una fisicità importante, è un centravanti dinamico con un piede importante: anche da fermo riesce a calciare con potenza e precisione.

Ben si integra con Giuseppe Caso, un furetto che era stato quasi accantonato. Dopo i settori giovanili e l’approdo ad Arezzo, era stato acquistato dal Genoa per 250mila euro. I liguri lo hanno fatto esordire in Serie A, dimenticandosi quest’estate del ragazzo, poi arrivato a Cosenza per regalare strappi e accelerazioni micidiali.

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Per completare la meglio gioventù, ecco Vincenzo Millico. Osannato nelle giovanili a Torino, ma mai pienamente utilizzato in prima squadra, dopo il prestito a Frosinone si è ritrovato in rossoblù per smentire gli scettici che lo vorrebbero già come un elemento con poche motivazioni. I gol segnati in Calabria sono già un buon auspicio di riscatto.

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