Meno calcio per giocare meglio? Solo nelle intenzioni…

Giocare meno per farlo meglio: probabilmente tutto questo non accadrà mai. I calciatori ormai stanno diventando una sorta di cestisti dati in pasto allo spettacolo, vero o presunto che sia.

derby Manchester - Foto LaPresse
Il derby di Manchester esempio sul giocare meglio – Foto LaPresse

Con l’ultima pausa per le nazionali che si sta esaurendo, resta grande il dibattito sulle partite da giocare e su quali possano essere i rischi che si corrono. L’aumentare degli infortuni muscolari, gli stress da traumi, le migliaia di ore di aereo ogni weekend da una parte all’altra per fare arrivare i calciatori in tempo e altro ancora da mettere nel calderone.

Perché il calcio moderno è diventato sempre più insaziabile di contenuti, pur avendo un archivio praticamente infinito. In particolar modo è la tv, vera padrona ormai di fatto di questo sport, a spingere sempre più su un calcio da giocare a tutte le ore, per tutti i giorni… per tutta la vita. Giocare di meno è semplicemente impossibile secondo chi investe del denaro, da recuperare poi con pubblicità e altro ancora. Un calcio accessibile dai più ricchi e che aveva accolto la Superlega con pareri contrastanti: le critiche erano emerse fino a un certo, poi già era stata assimilata l’idea di giocare tutti i giorni e ciò faceva brillare gli occhi…

Riforme in vista?

Celta Vigo batte Barcellona - Foto LaPresse
Il Celta batte il Barcellona: accade anche questo nel calcio moderno – Foto LaPresse

In effetti, le ultime news della Fifa parlano di un calcio che potrebbe essere ben presto modificato sin dalle sue basi. Si parla di tempi effettivi, per fare inserire – ovviamente – altri slot pubblicitari nelle pause, si parla anche di fare un mondiale ogni due anni, come se non mancassero già gli impegni per i calciatori.

Che considerano l’opzione del giocare meno come mera utopia e, proprio in virtù di ciò, chiedono insieme ai loro procuratori un sacco di soldi, per lenire le loro sofferenze.

Prendiamo l’esempio di un calciatore che arriverebbe in finale in tutte le competizioni. Intanto avrà da giocare 38 partite di campionato (tranne in Germania, rimasti fedeli al format a 18 squadre e ai 34 turni, beati loro…), poi dovrà sommare a queste le gare di Champions League, dunque altri tredici match dal girone alla finale. Infine, aggiungere le coppe nazionali, cinque gare più una Supercoppa. Il totale ammonterebbe a 57 partite, diciamo 60 se andiamo in Inghilterra o Spagna.

Un’enormità, una pazzia, praticamente un calciatore gioca nell’anno in media ogni cinque giorni, ma considerando anche le pause estive e i ritiri. Riduciamo ovviamente la media delle gare, se togliamo i mesi da giugno ad agosto… sempre che non ci siano competizioni continentali.

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Non ci meravigliamo più di infortuni muscolari, di calciatori che non riescono a stare in piedi per più di venti gare all’anno e di condizioni di forma abbastanza precarie. Lo spettacolo vuole i gladiatori, non è importante che siano zoppicanti. Purché corrano o facciano finta di farlo, perché c’è sempre chi vorrà stare davanti al divano a vedere un presunto spettacolo.

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