Mercato di gennaio: Il peggior acquisto del mercato di riparazione

L’acquisto peggiore di gennaio ha un volto. La storia tra Ancona e Mario Jardel vissuta nel 2004 sembra quasi una leggenda metropolitana, ma è in assoluto uno dei colpi più incredibili (in negativo) che si possano ricordare nella storia della Serie A.

Maldini e Jardel - foto LaPresse
L’acquisto peggiore di gennaio ha un volto ben noto – foto LaPresse

La storia del mercato invernale ha un suo epicentro nel 2004. L’ambientazione è nel centro Italia, l’acquisto di gennaio tanto conclamato divenne il peggiore di sempre. Il bomber che doveva essere rilanciato e se andò praticamente ignorato da tutti fu la metafora del fallimento.

Un attaccante presentato nientemeno come il salvatore della patria da Maurizio Mosca, senza pendolino ma che in “Guida al campionato” forse raggiunse l’apice del burlesque applicato al calcio.

Il peggiore acquisto del mercato a gennaio a distanza di anni fa ancora parlare e ci rimanda ancora all’Ancona e a Mario Jardel. Il brasiliano ex Porto fu uno dei tanti colpi della squadra dorica, impegnata in un campionato semplicemente disastroso nella stagione 2003-04, anche “grazie” a colpi che non diedero i loro frutti.

Mario Jardel fu una sorta di mito che attraversò Ancona e tutta la Serie A, una sorta di presagio su quei calciatori poi sarebbero arrivati con clamore ma senza dimostrare nulla in campo con il torneo portato a venti squadre. Il brasiliano ci mise del suo già all’esordio: nella presentazione di Ancona-Perugia pare abbia sbagliato addirittura la tifoseria da salutare.

Tre gare, chi le ricorda?

Jardel ad Ancona - foto LaPresse
Mario Jardel e l’avventura entrata nella leggenda ad Ancona – foto LaPresse

Mario Jardel ad Ancona sembrava il colpo dell’anno, ma fu un’avventura costellata da due allenatori, una cinquantina di compagni visti e tre partite non certo memorabili.

Jardel: il peggior acquisto del mercato di riparazione

Il brasiliano era atteso da una piazza delusa, senza vittorie e con la B a portata di mano: quale migliore occasione di esordio se non quella di San Siro? Idea di Nedo Sonetti, uno che il calcio lo ha visto in tutte le salse, e pensava che almeno il guizzo da bomber sotto porta poteva supplire a una forma fisica… un po’ troppo rotonda

Il brasiliano girò il campo senza costrutto, il Milan ci mise anche molto per sbloccare l’incontro ma riuscì poi a battere l’ultima in classifica. 85 generosissimi minuti per lui, Sonetti si accorse che poteva sostituirlo, inserendo il centrocampista Andrea De Falco.

Salutato Sonetti, l’Ancona si affidò a Giovanni Galeone. Jardel era stato accantonato, ma dopo tre gare senza convocazione fu usato quasi come un … cavallo di Troia dal neo tecnico dorico. La partita contro la Roma ne fu un esempio, in quando l’Ancona mandò tutti a difendere, lasciando l’attaccante da solo contro Panucci, Chivu e Zebina. L’idea portò i suoi frutti, l’Ancona strappò lo 0-0 (e non servì davvero a nessuno quel risultato), Maurizio Ganz levò dieci minuti dai compiti di Jardel.

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L’ultima gara arrivò a Udine, sette giorni dopo. Le velleità maggiore di Galeone, che voleva dare una sterzata all’ambiente, andarono nel cestino: dopo 37 minuti, fuori Jardel dentro Cristian Bucchi. Mario Jardel, da quel momento, era di fatto un ex calciatore dell’Ancona, non certo il più rimpianto ma sicuramente uno dei più ricordati.

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