“Cosa rischia la Juventus”, l’avvocato Capello fa chiarezza

L’indagine, le carte del tribunale e il terremoto societario con le dimissioni: caos Juve, ecco cosa rischia il club.

Un fulmine a ciel sereno, destinato a cambiare il volto della Juventus e a porre fine ad una lunga avventura, fatta da grandi successi, progetti ambiziosi e molte ombre.

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli, ormai ex presidente del club bianconero (AnsaFoto)

Le dimissioni di Agnelli e del Cda hanno scatenato le reazioni sui social. La lettera di Agnelli, la nota del club e le nomine di Gianluca Ferrero nel ruolo di presidente e di Maurizio Scanavino come direttore generale aprono ad una fase di transizione, che i tifosi sperano possa culminare con il ritorno di ex calciatori che hanno scritto pagine storiche del club. In attesa dell’assemblea del 18 gennaio, e di capire come le nuove figure scelte, insieme ad Allegri e Cherubini, potranno portare avanti il progetto in questa fase, la domanda che corre sul web fra meme ironici e preoccupazione, è relativa a quali saranno i rfilessi per la società. Una risposta è arrivata dall’avvocato Pierfilippo Capello, che ha parlato a Tv Play ed ha fatto chiarezza.

Capello: “Difficile un altro processo sulle plusvalenze, ma…”

Nedved e Agnelli (Ansafoto)
Nedved e Agnelli (Ansafoto)

La questione plusvalenze, al centro di una indagine da parte della Procura Federale, si è chiusa in appello con un nulla di fatto. L’ipotesi che le dimissioni siano legate a questioni relative a questo tipo di indagine potrebbero essere quindi in qualche modo da escludere, e sulla vicenda, a Tv Play, è intervenuto l’avvocato Pierfilippo Capello. “C’è un principio di diritto, ne bis in idem – ha ammesso – che spiega come non si possa essere processati due volte sullo stesso fatto. Non sarà facile quindi per il procuratore federale riprocessare la Juve come società per la stessa questione. Per me, sarà difficile vedere nuovamente la Juve a processo per la questione plusvalenze”.

Capello chiarisce però che gli aspetti relativi ai tesserati potrebbero essere diversi. “Essi hanno l’obbligo di dire la verità – ha ammesso a Tv Play –, di non nascondere niente e rispondere ai principi di lealtà e buona fede. Se emergessero quindi cose diverse rispetto al primo processo, la loro posizione diventerebbe a quel punto discutibile. Poi, chiaramente, sarà da capire cosa verrà contestato ai singoli, perché in quel caso entrerebbe in gioco anche la responsabilità oggettiva del club”. Resta da capire quindi quali saranno gli sviluppi, ma anche un altro aspetto assolutamente da non sottovalutare.

Capello lo spiega. “Siamo certi che il procuratore abbia chiesto gli atti solo per la questione delle plusvalenze e non per altro?”. Il riferimento è alla vicenda degli stipendi. Tali comportamenti, ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Torino, potrebbero avere infatti rilevanza, in ambito sportivo, qualora la Covisoc, che monitora la situazione finanziaria delle società calcistiche, abbia avuto informazioni non corrette. La sensazione è quindi che un processo bis sulle plusvalenze sia al momento da escludere, ma che altri fattori legati ai conti del club potrebbero tenere in ansia il club.

 

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