Manchester United, Solskjaer: così la faccia d’angelo ha fatto grandi i Diavoli

Il Manchester United è primo in classifica: non accadeva dall’era Ferguson e solo Solskjaer poteva riportare il club tra le grandi di Premier League. 

Il Manchester United torna con prepotenza tra le grandi di Premier League. I Red Devils hanno vinto contro il Burnley fuoricasa per 1-0 grazie ad una rete al volo di Paul Pogba. Questi tre punti valgono la vetta della classifica, alle spalle i rivali di sempre: il Liverpool.

Gran parte del merito va all’allenatore Ole Gunnar Solskjaer. Già leggenda del club come calciatore, l’ex attaccante norvegese vuole riscrivere la storia della sua squadra dopo anni di oblio e buio, intervallati solo dalle vittorie di José Mourinho. L’attuale manager del Manchester United ha riportato il sorriso ai tifosi e alla presidenza, grazie alla solidità, ai risultati e prestazioni più che convincenti.

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Solskjaer come Ferguson: il Manchester United torna primo in classifica dopo 8 anni

Solskjaer e Ferguson (GettyImages)

I Red Devils sono primi in classifica. Questa è una notizia. Arrivati a questo punto della stagione, un risultato simile non accadeva da 8 anni. All’epoca, sulla panchina dell’Old Trafford sedeva Sir Alex Ferguson, non uno qualsiasi. La stagione 2012/13 fu la sua ultima da allenatore, coronata con la vittoria del 20° titolo, l’ultimo conquistato dal Manchester United. Dopo Ferguson, la squadra ha visto letteralmente l’inferno. Manager e formazioni totalmente sbagliati, assenza di gioco, sconfitte su sconfitte, sembrava non dovesse finire mai il periodo negativo.

Ci sono voluti 8 anni per riconquistare la cima della classifica di Premier League e guardare tutti dall’alto. Serviva qualcuno che conoscesse a pieno l’ambiente e cosa significasse lottare per questa maglia. Piano piano, Solskjaer è riuscito a far emergere l’orgoglio dei suoi ragazzi. Lui che arrivò nel lontano 1996 dalla Norvegia, quasi da sconosciuto e in punta di piedi, in un club considerato già vincente. Ovviamente, il suo mentore era Ferguson, il quale gli ritagliò un ruolo particolare: la super-riserva. Infatti, Solskjaer non era un titolare, ma sapeva risolvere le partite a gara in corso, entrando dalla panchina e segnando gol. The Baby-Faced Assassin, così soprannominato al tempo, perché aveva l’istinto killer sotto porta, ma aveva anche l’aspetto giovane, dolce come quella di un bambino.

Al momento, Ole ha tolto la maschera da assassino e indossa quella da manager. Un allenatore che sta crescendo al pari della sua squadra e che vuole consegnare il 21° titolo nazionale nella sua Manchester. Giovani, esperti, fuoriclasse, promesse, sorprese, una formazione mixata di elementi tutti utili, ma nessuno indispensabile. La rinascita dello United è opera sua.

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