1° aprile, un compleanno per due mister vincenti

Il 1° aprile è il giorno in cui festeggiano gli anni sia Arrigo Sacchi che Alberto Zaccheroni. Due allenatori vincenti sotto il segno del Milan.

Un 1° aprile senza il famigerato scherzo, ma con due allenatori che festeggiano gli anni. Arrigo Sacchi compie 75 anni, molti dei quali passati nel mondo del calcio a rivoluzionarlo. L’uomo proveniente da Fusignano, che non era né un fantino e né un cavallo, è stato colui che ha avuto in mano il calcio di fine anni Ottanta e lo ha portato in una nuova dimensione.

Tatticismo estremo, capacità di cambiare la mentalità delle squadre e del calcio italiano. C’è molto di Sacchi negli almanacchi del calcio e nell’attualità, parecchi tecnici dal suo arrivo al Milan in poi lo hanno preso a modello. Già era un mago nelle giovanili, e a Parma colpì Berlusconi, anzi lo eliminò dalla Coppa Italia. Tanto da farsi desiderare per il Milan 1987-88, una squadra che sarebbe diventata campione d’Italia ma con una partenza non eccellente. Tanto da far venire i dubbi e mettere lo stesso Berlusconi sulla porta degli spogliatoi a intimare quasi i giocatori: tra loro e Sacchi, avrebbe scelto il mister.

I fatti gli diedero ragione, a dir il vero il pacchetto di stranieri messo a disposizione fu eccellente. Gullit, Van Basten poi Rijkaard, mica roba da poco. Proprio con il centravanti olandese, i peggiori smacchi di carriera per Sacchi che non guardava in faccia nessuno, né al Milan e né al Nazionale. Forse questo fu l’inizio della sua fine calcistica.

L’uomo dell’oriente a pochi chilometri

Zaccheroni perplesso - Getty Images
Anche per Zaccheroni un compleanno per il 1° aprile: per lui 68 candeline (Getty Images)

Romagnolo, ruspante, uomo di calcio. Oltre Arrigo Sacchi, queste sono le caratteristiche dell’altro festeggiato di giornata, ovvero Alberto Zaccheroni. Un 1° aprile di qualità nei tecnici, il Zac festeggia 68 anni ed è ormai tranquillo dopo aver girato un po’ tutto il mondo.

Partì dal basso e raggiunse tre promozioni di fila, sbarcando in un Cosenza penalizzato e fatto salvare con grande merito. Il triennio all’Udinese fu l’inno allo spettacolo, il 3-4-3 portò i friuliani in Europa e a lottare alla pari contro le grandi. E l’approdo al Milan fu decisamente spiazzante. Anche qui, dopo un inizio incerto, la cavalcata per l’ultimo scudetto del primo millennio, strappato alla Lazio e con un gioco a tratti devastante.

Dopo la parentesi milanista, un po’ di Lazio e di Inter, il Torino e la Juventus, sino all’amore corrisposto con il mondo asiatico. Il Giappone come meta per il rilancio, due coppe d’Asia vinte e un’importanza quasi quanto quella dell’imperatore. Zaccheroni trovò i successi nel sol levante, lanciando a tutto tondo una nazionale che, sino a quel momento, era solo una piccola emergente.

Un tecnico passata dalla riviera al mondo dei manga, non mondi simili ma capacità di vittoria immutate. Dalla piadina al sakè, c’è di mezzo un pallone che rotola.

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