Iachini per il minimo sindacale: Fiorentina ancora in lotta

Beppe Iachini e la missione salvezza. Una decina di punti da fare con la Fiorentina per raggiungere l’obiettivo minimo e salvare una stagione travagliata.

La Fiorentina deve cercare la salvezza. Anche solo di un punto, magari all’ultimo minuto, ma deve raggiungere l’obiettivo minimo. Un’altra stagione travagliata al “Franchi”, un altro passo di un progetto che fatica a decollare. L’addio di Cesare Prandelli dovrà essere smaltito, dopo gli elogi per la coerenza del tecnico c’è da ripensare al campionato. Il ritorno di Beppe Iachini, in questo momento della stagione, appare la scelta e la soluzione logica. C’era anche Vincenzo Montella in busta paga, ma affidarsi a Iachini è necessario per non correre eccessivi rischi.

Iachini e Prandelli hanno avuto grossomodo la stessa media dei punti, non c’è chi ha fatto meglio e chi peggio. Di Prandelli probabilmente tutti ricorderanno il 3-0 maturato sulla Juventus, ma quest’anno allo Stadium è riuscito a vincere anche un Benevento che mancava dalla vittoria da due mesi. Perciò ridimensionato il risultato di fine anno, i bilanci vanno in magra un po’ per tutti.

Che tipo di Fiorentina ritroverà Iachini? Non è facile interpretare il sentimento della rosa viola, che sembra una polveriera. Voci di uno spogliatoio spaccato sono state smentite da Prandelli, ma l’impressione è che non tutto stia andando al meglio. La prova sono proprio i risultati ballerini maturati sinora.

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Firenze con passione per un ultimo sforzo

Iachini e Castrovilli - Getty Images
Iachini dovrà rilanciare anche Castrovillari, talento a intermittenza della Fiorentina – Getty Images

La piazza di Firenze soffre (non) tanto in silenzio. Le bacheche dei social sono inondati dai messaggi dei tifosi, e il “Franchi” avrebbe avuto senz’altro il suo ruolo. Avrebbe forse portato qualche punto in più o almeno una reazione d’orgoglio di una squadra che sembra accontentarsi.

E sembra soprattutto specchiarsi nel suo talento e nelle sue intenzioni. Da due anni Frank Ribery è un po’ il giocatore simbolo, proprio per la discontinuità. Lasciando da parte gli infortuni fisici, il 36enne era arrivato a Firenze con ben altri propositi e a fine anno la separazione sarà inevitabile.

Beppe Iachini ha già capito che potrebbe farne a meno, ma fin quanto le sue condizioni fisiche saranno ottimali la titolarità è assicurata. Così come è esploso Dusan Vlahovic, intoccabile lì davanti e uomo al quale affidare le speranze offensive.

Lanciato con Cesare Prandelli, ora dovrà dimostrare di essere il leader anche con Beppe Iachini. I problemi maturano però in centrocampo e in difesa. Quale sarà l’atteggiamento tattico? Si insisterà su un gioco sulle fasce poco produttivo? Che fine faranno Amrabat, Barreca e Biraghi? Quale sarà il posizionamento difensivo?

Tanti i dubbi che emergono per una difesa non troppo fenomenale nei fatti. Che si difendi a tre oppure a quattro, la Fiorentina prende troppi gol, nonostante un portiere eccellente come Dragowski. Blindare la porta, se l’obiettivo è la salvezza, è la prima cosa da fare.

 

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