Il tridente come un lusso: 4-3-3 dove sei andato?

Il tridente è l’applicazione più offensiva del 4-3-3, ma solo raramente è utilizzata in Serie A. Meglio coprirsi e non diventare emuli di Klopp nel nostro campionato?

Guardando a un focus sulle tattiche, abbiamo capito come il 4-4-2 sia un modulo ormai superato, ma anche il 4-3-3 non se la passa di certo benissimo. Il tridente un tempo era un’arma super offensiva, un elemento di rottura rispetto alle difese bloccate. Pensiamo alla Juventus che vinse con Marcello Lippi, il trio era formato da Del Piero, Vialli e Ravanelli, forti, interscambiabili e con un lavoro di rincorsa non indifferente.

Il 4-3-3 è cambiato nel tempo, il tridente è ormai applicato per motivi più tattici che offensivi, dove spesso l’odore dell’attacco è dato da una manovra dal basso. In molti casi, il giocatore esterno offensivo dà il cambio al terzino che si sovrappone, diventando così una seconda punta. Troppo per i gusti degli esteti, se si gioca con le tre punte… devono essere quei tre ad attaccare la porta.

Così, il modello Gegenpress di Jurgen Klopp vale per il Liverpool e per la Premier League, ma non per la Serie A. che si maschera spesso in schieramenti a metà, una punta dietro tre trequartisti, due e mezze senza soluzione di continuità. Oppure con il “Falso nueve”, altro elemento di rottura ma che poi non porta bottini a casa.

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Spezia e Parma, casi unici in un mondo diverso

Spezia in gol - Getty images
Lo Spezia in gol con il tridente, un 4-3-3 con uomini diversi di gara in gara – Getty Images

Il tridente è applicato da due squadre che lottano per la salvezza, anche con risultati diversi. Vincenzo Italiano nello Spezia ha insistito sul 4-3-3 dalla prima partita in Serie A contro il Sassuolo. Tre punte, due laterali, una centrale, ma non sempre con gli stessi elementi. Nzola, Galabinov e Gyasi si sono alternati con vari risultati nel ruolo di vertice alto, sulle zone laterali invece c’è stata ancora più abbondanza.

Rimanendo al Sassuolo sopra citato: De Zerbi ha abbandonato il suo schema, per non diventare un emulo di Zdenek Zeman. Ora, il Sassuolo gioca in maniera molto più verticale, c’è sempre un trequartista (ovvero Djuricic, in seconda battuta Traorè) e la mediana è composta da due elementi (Locatelli e spesso Maxime Lopez). Prima, il 4-3-3 del Sassuolo era molto più nitido, Caputo centravanti, Boga a sinistra e Berardi a destra per accentrarsi poi col piede migliore.

Lì vicino, il Parma è ancora sul 4-3-3 con un tridente più romeno grazie a Man e Mihaila, e una punta classica, possa essere Pellè, Cornelius o anche Kucka da centravanti improvvisato. I fatti non hanno dato ragione ai ducali, i problemi riguardano più che altro la difesa.

Il modulo dunque per eccellenza a vocazione offensiva ha bisogno di nuovi mentori, in Serie A spesso si rimane ancora arroccati sulle difese a cinque, non è facile avere sblocchi offensivi di qualità.

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