Gli haters nel calcio: è il momento di dire basta

Gli haters nel calcio sono ormai un fenomeno purtroppo consolidato. I “leoni da tastiera” sono il male dello sport, proteggersi davanti allo schermo è fin troppo facile.

C’è una categoria di cui faremmo volentieri a meno. Di cui a volte si parla troppo, in quanto i provvedimenti ancora latitano. Gli haters del calcio stanno diventando un male consolidato in questo sport, e in generale nella vita. Twitter ed Instagram, in particolare, sembrano diventare il luogo della sfida ad armi impari, troppo facile per gli imbecilli scaricare le frustazioni con messaggi d’odio.

Che riguardano un po’ tutti gli attori sociali di questo sport. Gli haters del calcio colpiscono per vie razzistiche, i messaggi arrivati a Simy qualche settimana fa sono da condannare, senza se e senza ma. Così come quelli che, quotidianamente, ricevono tanti calciatori in giro per il mondo, sempre per il colore della pelle. Un fenomeno sempre ricorrente, a volte ignorato colpevolmente.

Messaggi che colpiscono e feriscono, l’unica mancanza dei calciatori è di fare il mestiere che in molti sognano. Un lavoro che richiede sacrifici, coraggio e impegno, in molti casi.

I messaggi, proprio per questo, fanno ancora più male, l’idiozia è sempre dietro l’angolo. In particolar modo in Italia, dove c’è il fattore fantacalcio che diventa un tarlo sempre più crescente in chi ha evidenti problemi di comunicazione. Si è arrivati ad augurare la morte di un calciatore e della propria famiglia per un voto o una prestazione non eccezionale. La follia ha raggiunto dei limiti non più sopportabile.

Varriale si unisce al coro: basta odio

Enrico Varriale - foto twitter
Enrico Varriale dice basta agli haters nel calcio con un appello – foto twitter rai sport

Ha preso posizione anche Enrico Varriale, vicedirettore di Rai Sport e attualmente conduttore di 90° minuto. Nel corso della trasmissione di Rai 2, che ha celebrato l’Inter fresco campione d’Italia, Varriale ha lanciato un appello, che lo sport non diventi più il teatro dell’odio. Ha infatti solidarizzato con la famiglia di Andrea Pirlo, dopo le minacce ricevute dal figlio sui social, e ha invitato gli utenti a tenere un comportamento consono.

Varriale, per altro, è sempre nell’occhio del ciclone su Twitter, è uno dei personaggi sportivi sempre tenuti sotto osservazione e non mancano gli episodi non proprio edificanti con gli utenti.

Gli haters del calcio, ora, sono come gli ultrà di qualche tempo fa, quelli che andavano allo stadio solo per fare confusione e far prendere le squalifiche alle squadre di casa.

C’è ancora molto da fare in materia, ci vorrebbe forse una maggior coesione e sensibilità verso un tema sempre ricorrente. Alcune società hanno già intrapreso campagne di sensibilizzazione, altre hanno un pugno di ferro contro gli odiatori seriali.

Con i nuovi media, che proliferano sempre più, i calciatori devono pensare, oltre al campo, anche a dover curare la propria immagine. Nei limiti e con la dovuta moderazione, senza dare adito a chi nella vita non ci mette la faccia: mai fomentare gli imbecilli.

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