Burak Yilmaz, il bomber della Turchia: dalle accuse di maltrattamenti al trionfo col Lille

Burak Yilmaz è il trascinatore della Turchia: tutto quello che non sai su di lui, dalla trattativa con il Lecce al successo in Francia.

In Turchia è una leggenda, in Italia un fantasma. Stiamo parlando di Burak Yilmaz, capitano e bomber della squadra allenata da Güneş, la quota d’esperienza di una delle squadre più giovani di Euro 2020. Un calciatore straordinario che non si è mai imposto in una big europea (escluse le compagini turche), ma che è riuscito mettere in bacheca diversi trofei. Non ultimo, l’incredibile Ligue 1 2020/21 con il Lille dei miracoli, trascinato a suon di gol (16 in 28 presenze in campionato).

Più volte accostato alle italiane, Burak proverà a portare il più in alto possibile la sua Nazionale, in quello che potrebbe essere anche l’ultimo grande appuntamento per un calciatore classe 1985. Ma con i Mondiali del Qatar alle porte, non è impossibile immaginare possa cercare di resistere ancora per 12/15 mesi. Scopriamo insieme qualcosa in più su questa leggenda vivente del calcio turco.

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Burak Yilmaz: dal trasferimento saltato al Lecce alla denuncia

Burak Yilmaz coltello
Burak Yilmaz (fonte foto GettyImages)

Personaggio di grande carisma dentro e fuori dal campo, Burak è balzato anche agli onori della cronaca per vicende non molto chiare. Nel 2016, alla vigilia degli Europei, finì sulle prime pagine dei giornali per una denuncia da parte della moglie Istem Atilla, madre dei suoi figli, Derim e Nazli. La donna chiese il divorzio e lo accusò di maltrattamenti psicologici e fisici, chiedendo un risarcimento da 3,6 milioni di euro, una casa e la custodia dei bambini. Una vicenda che ha oscurato la sua carriera per qualche tempo.

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Se lontano dal terreno di gioco ha quindi destato qualche perplessità, sul campo Burak è stato spesso un vero trascinatore. Dopo gli inizi in alcune squadre minori turche, ebbe una prima grande occasione nel 2006 con il passaggio al Besiktas. L’esperienza bianconera fu altalenante per il centravanti, che dovette attendere un paio d’anni tra prestiti e nuove esperienze in squadre di minor blasone prima di arrivare nel 2008 al Fenerbahce. Anche stavolta il salto in una grande non gli portò fortuna.

Da grande promessa, sembrava destinato a finire nel dimenticatoio. Invece, riuscì a rilanciarsi alla grande nel 2010 con il passaggio al Trabzonspor. A suon di reti trascinò la squadra di Trebisonda al secondo posto, chiudendo con 19 gol in 30 partite. L’anno dopo fece ancora meglio, segnando ben 33 reti in 30 partite, record per il club. Numeri pazzeschi che lo portarono al passaggio al Galatasaray. Stavolta anche Istanbul si piega ai suoi piedi, complici gli 8 gol messi a segno in Champions League. In questo periodo iniziò a essere accostato a diverse squadre italiane. Nel 2013 sembrava vicinissimo al passaggio al Lecce, ma per ragioni mai del tutto chiarite l’affare saltò.

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Rimase così in Turchia e fece ancora benissimo con la più blasonata tra le squadre di Istanbul per un paio di stagioni, prima di passare nel 2016 al Beijing Guoan. Una parentesi, quella cinese, importante dal punto di vista economico, ma che lo relega per diverso tempo in un calcio di minor interesse. Nel 2017 scelse quindi di tornare in Turchia, giocando prima al Trabzonspor di nuovo, poi al Besiktas, ultima squadra della sua nazione prima del passaggio nel 2020 in Ligue 1 al Lille per rimpiazzare Victor Osimehn. Il resto è storia.

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