De Laurentiis senza freni: da Draghi a Cavour e la “palla scesa”

De Laurentiis ne ha per tutti: il presidente del Napoli ha parlato della scorta, dei problemi del calcio e dell’Italia, e non ha frenato la sua simpatia oltre a qualche dichiarazione un po’ sopra le righe. 

Unico. Sicuramente per il suo modo di comunicare, che diventa sempre più diretto e senza freni. De Laurentiis ha affrontato tutte le tematiche del calcio moderno. Dai giornalisti ai diritti tv, passando per le abitudini dei calciatori, la Superlega e i problemi dello sport. Lo ha fatto senza peli sulla lingua, e con alcune dichiarazioni destinate a far discutere. Al Passepartout Festival ha toccato diverse tematiche, a partire dalla scorta. “A Napoli c’è l’imprenditore di Msc che spende un miliardo e mezzo a nave. Ha collegamenti ovunque tranne in città, che è collegata benissimo con tutte le isole. Come mai? E perché vive a Ginevra? Io giro con la scorta, ma a Napoli no, perché mi sento libero nonostante qualcuno mi scriva che mi uccide. Solo perché lo ho fatto arrestare. Con me il compromesso non esisterà mai”. 

Poi un passaggio sulla Superlega.Agnelli e Perez hanno sbagliato – ha sottolineato De Laurentiis – ma non a dichiarare che il calcio è fallimentare. I vertici rispondono solo no, va bene, vediamo, ci pensiamo”. Poi prosegue su Draghi. “Dissi in passato che in Italia c’era bisogno di lui. I problemi della nazione sono la malavita, la mancanza di unità nel territorio. Penso che Napoli era capitale, aveva il sistema fognario nel ‘700 e altre regioni lo hanno da poco. Cavour è stato un gran paraxxlo a mandare Garibaldi in Sicilia per fare l’Italia unita”. Dopo una lunga e “particolare” dissertazione storica, il presidente del Napoli si è concentrato sul calcio. Anche in questo caso senza freni, in perfetto stile De Laurentiis.

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De Laurentiis senza freni: “I calciatori? Mi chiederanno l’aumento. Manolas bacia santini”

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Aurelio De Laurentiis, come spesso accade senza freni inibitori (Getty Images)

Senza freni inibitori, come spesso accade quando si parla di De Laurentiis. “I giornalisti? Li chiamo pennivendoli. Non ce l’ho a morte con loro. Alcuni però fanno domande del piffero. Ti pare che mentre un calciatore sta nello spogliatoio a concentrarsi loro entrano perché hanno un contratto? C’è Manolas che dice le sue preghiere e bacia i santini. Un altro con le mani giunte che guarda al cielo, chi ha la palla scesa, chi il piseXXo a destra, e loro invadono quel luogo”. 

“Tutto è cambiato – prosegue senza freni De Laurentiis – e io sono un visionario, non perché ho idee, ma perché ho una visione. E provo a portarla avanti. Come fu fatto con Maradona, che è stato la sfortuna e la fortuna di Napoli. Il fatto che abbiano avuto quell’angelo del paradiso e della morte insieme è stato stupendo perché ha portato gli Scudetti. In un calcio malato però non si può sempre vincere il titolo”.

Come sempre senza peli sulla lingua. Questo è Aurelio De Laurentiis, prendere o lasciare. “I calciatori del Napoli all’Europeo? Bravi, stanno facendo bene, ora mi chiederanno l’aumento”. Dietro le sue parole però, si nasconde la volontà di raggiungere uno Scudetto con il Napoli, che sarebbe il segno tangibile di una presenza che non passa di certo inosservata. Fuori e dentro al campo.

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