Addii da calcio ingrato: i grandi “vecchi” se ne vanno

Gli addii estivi fanno ormai parte del calcio italiano. Stanno diventando una consuetudine che ci lascia senza più punti fissi.

Lulic - Getty Images
Tra gli addii anche Lulic, eroe laziale – Getty Images

Un tempo anche i ritiri o gli svincoli del contratto avevano un altro sapore. Erano salutati senza rimpianti, guardando sempre al buono di quanto offerto. Oggi, invece, per gli addii estivi rimane sempre un retrogusto amaro, come se ci sia qualcosa di incompiuto dietro a pressare sull’andamento del momento. Perché gli addii consumati senza troppi clamori forse sono quelli che fanno più male, con società sorde alle richieste dei tifosi per far posto in squadra a qualche carneade straniero.

I pensieri e le perplessità dei tifosi nei mesi estivi riguardano, quindi, quei calciatori che hanno dato tanto alla causa. Anche quando lasciano l’attività rimane sempre un po’ di perplessità. È il caso di Borja Valero, “sindaco” di Firenze. Era tornato la scorsa estate, per chiudere il suo cerchio italiano.

Centrocampista di lotta e giustizia, ha sofferto parecchio l’ultima stagione travagliata dei viola. Così, ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, ma si alternerà tra la Spagna e Firenze nel suo percorso futuro. Perché gli addii estivi riguardano solo il calcio, lo sa bene Borja Valero che di Firenze ha addirittura tatuato le coordinate.

Bologna, Juve e Lazio sotto esame

Parolo - Getty Images
Marco Parolo uno dei pochi nel calcio a realizzare una quaterna – Getty Images

Tante polemiche per gli addii estivi sono arrivate da varie piazze. Lo svincolo degli idoli non va spesso giù, come nel caso di Bologna. È stata data la lista gratuita ai brasiliani Danilo e Da Costa, nonché all’argentino Rodrigo Palacio. Per quest’ultimo le maggiori perplessità, perché ha ancora una buona integrità fisica nonostante le quaranta candeline: lo ha dimostrato a fine campionato siglando una doppietta.

Il Bologna vuole ripartire con un nuovo ciclo, bisognerà vedere se accantonare l’esperienza avrà dato i frutti sperati.

La Juventus invece ha salutato Gigi Buffon. Il portiere è ritornato al Parma, il secondo addio ai bianconeri è stato assimilato. Mancherà un uomo spogliatoio, per molti non doveva nemmeno tornare a Torino, ma è stato decisivo nel corso della scorsa stagione.

Ben più diversa la situazione della Lazio, che ha dato via libera a due bandiere degli ultimi anni come Senad Lulic e Marco Parolo. Calciatori diventati bandiere, proprio per l’impegno profuso e per i gol pesanti.

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Quello del bosniaco, poi, è stato storico. Quel 26 maggio del 2013 rimarrà per sempre impresso nei tifosi laziali, il minuto 71 del derby di Coppa Italia è un momento praticamente irripetibile.

Anche Marco Parolo è tra gli addii estivi più discussi. Perché è un calciatore polivalente, può essere impiegato anche in difesa e ha il fiuto del gol. Lo ha sempre dimostrato e con la Lazio addirittura fece un poker di reti in una trasferta di campionato a Pescara.

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